Anno Accademico 2017-2018
Vol. 62, n° 4, Ottobre - Dicembre 2018
Simposio: Osteomielite ematogena in Africa
19 giugno 2018
Simposio: Osteomielite ematogena in Africa
19 giugno 2018
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Mi onora ritornare alla Lancisiana, ospite dell’amico e collega Pietro Ortensi, alla scuola di Ortopedia del Prof. Monti, “del Burundi”. Le volte scorse, per progetti della Task Force Iraq e di Educazione allo Sviluppo (EaS) co-finanziati entrambi dal Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), come anche in eventi nutrizionali del Prof. Alberto Fidanza.
Ho appreso da specializzando, nel 1983, a trattare le osteomieliti dal collega e maestro Frà Fiorenzo Priuli, presso gli Ospedali del Fatebenefratelli di Tanquetà in Benin e poi di Afagnan in Togo, in un biennio successivo da chirurgo.
Patologia infettiva cronica della povertà, comune anche in Africa Occidentale; maggiormente endemica in aree rurali; invalidante, ma sopportata stoicamente dai pazienti, salvo non morirne per setticemia.
Interventi chirurgici invasivi, “sporchi” in gergo, per i sequestri infetti; dai lunghi decorsi post-operatori e con frequente recidiva; di competenza ortopedica, per la localizzazione specifica del sito ascessuale, il più delle volte tibiale.
E dunque merito agli ortopedici e ai chirurghi tropicali che vi si dedicano con metodologie sostenibili ed innovative.
Invero, a tema, mi sono interessato più dei Postumi della Polio, allora endemica, quando ora eradicata (se non per sporadici focolai), grazie al genio scientifico di Sabin.
Trasposizioni tendinee, tenotomie e plastiche calcaneali, per estendere gli arti inferiori, in anestesia con “Ketalar”, ancor oggi molto rischiosa.
Una degenza protratta e dolorosa; tuttavia, quei giovani riabilitati, prima costretti a trascinarsi a terra, erano sempre gioiosi ed il loro sorriso, più d’ogni cosa d’Africa, mi è restato dentro.
Dopo il gessaggio e i tutori, i piccoli pazienti riacquistavano la posizione eretta, apprendendo a camminare, seppur con le stampelle.
Concluso il periodo delle lunghe missioni, proseguite una volta di ruolo ospedaliero in Camerun ed in Mali; ottenuto il Master in Progettazione; dal DEA AOSCF, dopo un biennio alla Formazione ECM, sono stato incaricato nel 2006 dell’Internazionalizzazione Aziendale, dove la cooperazione sanitaria nei PvS è stata azione prioritaria.
Come in atto negli ospedali religiosi, non essendo l’Azienda Ospedaliera soggetto autonomo di cooperazione, è stata partenariata per Delibera (999/05/2003), la Ong Vpm, con Idoneità MAECI, quale braccio amministrativo gestionale, coordinato da un Ufficio preposto, in staff alla Direzione Generale.
Nel decennio 2003-2012 il programma: la Cooperazione ospedaliera per il peace bulding in Corno d’Africa, ha ottenuto, il 1° Premio Sodalitas 2008 per enti-pubblici, presso Assolombarda a Milano e poi nominato nel Piano Sanitario Regionale 2009/2011.
Il programma ha compreso 10 progetti sanitari pluriennali (Tab. 1), co-finanziati da: MAECI, Regione Lazio, Comune di Roma, Conferenza Episcopale, Tavola Valdese, Fondazioni BNC e Peretti, per realizzare azioni ospedaliere specialistiche e primarie in loco; aggiornamento agli omologhi locali; prevenzione comunitaria e food security, con il coinvolgimento del personale aziendale espatriato (mediante Art.71xOng-Legge Bilancio n°2 Febbraio2004-Regione Lazio).
Tab.1: Elenco dei progetti co-finanziati del programma Corno d’Africa
Il programma è stato svolto in:
All’azione di assistenza clinico-chirurgica in loco, era annessa una sessione formativa ad indirizzo di Health Diplomacy, sostenuta dal MAECI, per le priorità geografiche assegnate. Seminari e meeting hanno coinvolto il personale interno, mentre alcuni eventi ECM ed EaS, svolti in Aula Magna Forlanini, hanno inaugurato manifestazioni nazionali di settore (Italia-Africa 2007; Giornate e Forum di Cooperazione Internazionale 2008 e 2009) alla presenza di Autorità e di Delegazioni straniere.
Altro percorso interno, favorente il dialogo bilaterale, ha permesso cure specialistiche ai pazienti locali con patologie severe, valutati dai Team medici espatriati, trasferiti presso AOSCF con assenso diplomatico, mediante il Piano Umanitario della Regione Lazio.
Dunque un’azione articolata con l’impiego di procedure istituzionali, senza risorse integrative aziendali, altresì ottenendo risparmi e contributi per specifiche attività.
Dal 2012, in virtù degli obiettivi prioritari, G4 e G5 del Millennium Development Goal 2015 (MDG), è operativo in Africa Centro-Australe il programma congiunto materno-infantile (Tab. 2) per l’ecografia prenatale rurale e per i servizi ospedalieri d’urgenza ostetrica, attivo in Camerun, in Etiopia in Madagascar, in Tanzania e in Zambia, a controparte governativa e religiosa, co-finanziato da EuropeAid, MAECI, CEI, Tavola Valdese e Fondazione Peretti.
Tab. 2: Elenco dei progetti co-finanziati del programma Materno-infantile in Africa Centro-Australe
Il programma a risorse più limitate del precedente, stimola il capacity building, con maggiore ownership dell’aiuto per i risultati attesi concordati, riducendo i personalismi e i privilegi, altresì evitando squilibri in loco.
A tale principio sostenibile, anche per sopravvivenza interna, ci si è indirizzati.
Concludo con la “key word” del programma ecologico, avviato in Tanzania nel 2016, che pone l’ambiente al centro dell’interesse collettivo proprio per la sopravvivenza futura della specie, mediante il riciclo della plastica, la riforestazione, il riarmo delle barche tradizionali dei pescatori, nel contrasto della criminale pesca di frodo con la dinamite sul reef corallino.
NOW OUR PLANET IS THE PRIORITY PATIENT TO CARE MOSTLY AGAINST THE BACTERIAL & VIRAL HUMAN ATTACKS