Dott. Claudio Giannelli

Già Direttore U.O.C. Gastroenterologia, Az. Osp. San Camillo-Forlanini, Roma

Articolo pubblicato in:

Anno Accademico 2019-2020

Vol. 64, n° 1, Gennaio - Marzo 2020

Seduta Commemorativa

12 novembre 2019

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Commemorazione del Prof. Marino Luminari

C. Giannelli

Carissimi colleghi,

ci troviamo qui, questa sera, in queste aule storiche, per unirci tutti in un sincero e commosso saluto per il Prof. Marino Luminari, che dolorosamente ci ha lasciato esattamente tre mesi fa.

Che siano queste aule ad accogliere la nostra presenza ed i nostri pensieri, è fatto simbolicamente importante: qui, nel complesso del Santo Spirito, infatti, cominciò l’attività medica romana di Marino nel lontano Ottobre del 1946, presso il reparto diretto dal Prof. Alessandrini e di cui Carlo Arullani era il primo aiuto. Qui, ancora Luminari, negli anni ‘80, aprì il primo ambulatorio ospedaliero di Gastroenterologia, al di fuori del San Camillo, iniziandovi, con la collaborazione del sottoscritto, un’attività clinica ed endoscopica di consulenza interna ed esterna.

Nato a Rosora in provincia di Ancona, trascorre i suoi primi vent’anni a Bologna, dove si iscrive, nel 1942, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Trasferitosi a Roma nel 1943, continua gli studi presso l’università La Sapienza ove si laurea con lode nel 1948. Già dal 1946 aveva iniziato a frequentare il Reparto di Medicina Speciale diretto dal prof. Paolo Alessandrini presso l’ospedale Santo Spirito. Nel 1949 e 1950 completa i corsi di perfezionamento in Cardiologia e Medicina della Scuola Medica Ospedaliera.

Dall’Agosto 1951 ai primi del 1953 svolge servizio di ufficiale medico nell’Esercito Italiano.

Nel 1953 viene accolto a frequentare, come assistente volontario, il Centro Italiano di Gastroenterologia presso la Clinica delle malattie infettive e Tropicali dell’Università di Roma, confermato con nomina rettorale fino al 1960.

Nel 1955 consegue, presso l’Università di Roma, la specializzazione in Medicina delle Malattie Tropicali e Subtropicali e nel novembre 1956 la specializzazione in Gastroenterologia.

In questo periodo cura la stesura, in tre volumi di 2500 pagine, delle lezioni del corso d’insegnamento della Scuola di specializzazione in Gastroenterologia diretta dal Prof. M. Girolami.

Nel 1960 viene assunto, a seguito di concorso dagli Ospedali Riuniti di Roma, come assistente medico effettivo ed assegnato alla Divisione di Gastroenterologia dell’Ospedale San Camillo diretta dal Prof. Carlo Arullani.

Nel Maggio 1963, sempre per concorso, diviene aiuto effettivo presso lo stesso Reparto.

Nel 1965 consegue la libera docenza in Clinica delle Malattie Tropicali e Subtropicali e nel 1966 l’idoneità a primario medico per ospedali di 1° categoria. Nel 1968 consegue, presso l’Università di Bologna, il diploma di specializzazione in Medicina Generale.

Nel Novembre 1969 partecipa alla costituzione, sotto la guida del Prof. C. Arullani, e alla fondazione dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (AIGO) che compie in questi giorni il suo cinquantesimo anno di vita.

Nel 1976, infine, diviene a seguito di concorso, Primario della Divisione di Gastroenterologia dell’Ospedale San Camillo. Incarico che ricoprirà fino al 1996.

Dal 1982 al 1986 è stato Presidente dell’AIGO, alla cui fondazione aveva partecipato.

Presidente del Consiglio Direttivo della Scuola Medica Ospedaliera di Roma e della Regione Lazio (SMORRL) dal 1993 al 2002, nonché Presidente della Federazione delle Scuole Mediche Ospedaliere Italiane dal 1998 al 2002. Inoltre Accademico dell’Accademia Lancisiana dal 1993 al 2002.

Autore di oltre 200 pubblicazioni sulle varie tematiche della Gastroenterologia.

Ringrazio la famiglia Luminari, a cui mi unisco assieme a Voi tutti con un affettuoso abbraccio, della scelta di affidarmi questo compito commemorativo confermando quanto Marino aveva scritto a chiosatura della pubblicazione di un articolo, sulla rivista il Policlinico nel giugno 2001, sulla Gastroenterologia negli Ospedali Italiani.

In questa dedica mi affidava l’oneroso compito di mantenere accesa la fiaccola della nostra tradizione gastroenterologica. Compito che si rivelò particolarmente impegnativo per tutte le traversie che coinvolsero la Divisione di Gastroenterologia nei primi anni del 2000, ma che comunque giunsero a buon fine, riaffermando l’identità culturale ed assistenziale del Reparto nel solco delle sue tradizioni.

Il primo incontro con Marino, fu, nel lontano Settembre del 1972, assolutamente fortuito e casuale. All’epoca frequentavo, come tirocinio pre-laurea, la Divisione di Chirurgia diretta dal Prof. Guerrieri. Ben presto compresi che la chirurgia soprattutto a cielo aperto, come era allora, non avrebbe potuto rappresentare il mio futuro professionale, e valutai la prospettiva della Gastroenterologia che per me rappresentava la sfida ad un famoso e funesto aforisma di cui purtroppo era stata vittima una persona a me carissima. Chiesi, pertanto, al Prof Puja, aiuto chirurgo, di accompagnarmi e presentarmi ai colleghi della Gastroenterologia. All’epoca i rapporti non erano così semplificati e diretti come adesso e la necessità di un mentore era prioritaria.

Il collega accettò e in una mattina successiva mi accompagnò al Reparto bussando alla porta della sezione endoscopica. Primo ad aprire con un sorriso identico a quello dell’immagine iniziale, fu il prof. Luminari e come per uno “jus primus diei” fui successivamente affidato a Lui. Sorprendente come atti apparentemente banali come “aprire una porta” diventino momenti fulcro di una vita.

Da lì nacque una collaborazione umana e professionale, mai interrotta, che permise a Lui di compiere il percorso fino al Primariato e a me a divenire aiuto responsabile di modulo professionale.

È stato un percorso esaltante, oltre che nel compimento delle aspirazioni professionali, anche nel partecipare alla prorompente affermazione della Gastroenterologia.  Aver vissuto l’esplosione tecnologica di quegli anni in cui l’endoscopia, da attività di pochi eletti, diveniva, grazie ai progressi strumentali, attività condivisa, l’aver vissuto la nascita dell’ecografia, della tomografia computerizzata conferì a noi tutti un entusiasmo professionale senza paragoni. Il prof Luminari fu l’esatto interprete, sulle orme di Arullani, di questa trasformazione da attività prettamente clinica ad attività clinico strumentale diagnostica ed operativa, conservando inalterato l’equilibrio fra le due attività. Cosa che purtroppo mancò in altri colleghi arrivando a creare dualismi pericolosi fra la Gastroenterologia e l’Endoscopia. È esclusivo suo merito se noi tutti, suoi collaboratori, ci siamo dedicati all’Endoscopia come mezzo diagnostico e terapeutico gestito da un ragionamento clinico, non riducendoci a semplici interpreti di immagini sempre più seducenti.

Il suo profondo amore per la Gastroenterologia lo spinse sempre a cercare nuovi orizzonti e nuove prospettive. Il suo impegno con l’AIGO, la sua voglia di estendere l’attività Gastroenterologica, oltre le mura del San Camillo, in altri ospedali, la sua ricerca di nuove prospettive di interesse della specialità sono tutte frutto di questo suo profondo amore ed entusiasmo. Gli anni ‘80 e ‘90 furono gli anni dell’evoluzione diagnostica sempre più completa, grazie al progredire tecnologico dell’endoscopia e della radiologia, dell’ampliamento del supporto terapeutico grazie al perfezionamento delle tecniche nutrizionali quali la nutrizione parenterale totale e l’alimentazione enterale. Anni anche di intenso studio, come tali tecniche richiedevano, di tutte le problematiche metaboliche correlate, nella loro impostazione e gestione.

Anni di entusiasmo culturale che ci portarono primi in Italia alle correlazioni cliniche fra le Interleuchine e la fisiopatologia nelle malattie infiammatorie intestinali, alla presentazione della nostra esperienza sugli operati per Crohn e Colite Ulcerosa, alla definizione nosografica, con l’aiuto del Prof. Storniello, della gastropatia congestizia nel cirrotico e ai rapporti fra l’emergente patologia AIDS e l’apparato gastroenterico in cui spiccò l’entusiastica attività del dott. Paloscia. Furono gli anni in cui, anche qui primi in Italia, con l’entusiasmo del dott. Zirizzotti affermammo il ruolo rilevante dell’ecografia nella diagnosi e nella gestione della patologia infiammatoria e tumorale gastrointestinale, sfatando il pregiudizio che l’ecografia potesse studiare organi cavi. Ma sono soprattutto gli anni in cui la passione e la necessità del nuovo spinsero l’interesse verso una nuova ottica della disciplina.

Nel Congresso Nazionale AIGO di Ostuni nel 1976, neo primario, Luminari riuscì ad imporre una sessione congressuale dedicata alla Riabilitazione in Gastroenterologia, in cui l’approccio al malato e non alla malattia veniva rivisitato globalmente portando all’attenzione le problematiche connesse alle conseguenze delle gravi mutilazioni digestive (gastrectomie, colectomie, enterectomie estese o alle gravi insufficienze di organo od apparato. Sono anni in cui questo interesse viene da lui trasmesso in sede nazionale, dapprima con un libro interamente dedicato, e quindi nel 1995 ad un corso educativo nell’ambito del Congresso Nazionale AIGO a Torino ed infine a Roma nel 2000ad un simposio proprio qui all’Accademia Lancisiana cui partecipò fra gli altri Augusto Arullani. Nel 2001 la tematica entra nei libri di testo della specializzazione in Gastroenterologia, quando il prof. Gasbarrini inserisce nel suo trattato un articolo, da noi redatto, di ben 30 pagine dedicato alla Riabilitazione in Gastroenterologia. È sempre negli anni ‘90 che l’Università di Verona decide di instituire una Divisione di Riabilitazione Gastroenterologica diretta dal prof. Vantini nella sede distaccata di Valeggio sul Mincio.

Ed infine nel 2004 l’Az. Osp. San Camillo-Forlanini decide di instituire una nuova U.O. con la definizione Gastroenterologia Riabilitativa affidandomene la gestione.

Il segno della tradizione che Marino mi aveva richiesto era stato mantenuto e fu mantenuto fino al mio pensionamento, mantenendo inalterato l’interesse e l’assistenza.

Il profondo merito che deve essere a Lui riconosciuto, è quello di aver, in modo decisivo, contribuito, con la sua infaticabile attività, all’autonomia culturale ed operativa della Gastroenterologia, per molti anni soffocata dalla Medicina Interna, creando le premesse del successivo ampliamento in tutta Italia delle strutture. Anni duri, di cui sono stato testimone, di difesa della specialità ospedaliera dai tentativi di egemonia del mondo universitario, dalla dicotomia con l’Endoscopia e dalle difficoltà strutturali e tecnologiche create dagli amministratori e politici. Marino però seppe governare tutte queste situazioni ed evitare battaglie fratricide tra le associazioni culturali: AIGO, SIGE e SIED ponendo le basi di quel processo aggregante che porterà, nel Settembre del 1999, alla costituzione delle tre società nella Federazione Italiana Malattie Digestive (FIMAD).

Per ultimo, proprio perché più rilevante nella sua importanza, la sua figura di uomo che ha improntato chiunque di noi vi abbia collaborato: l’umanità e l’attenzione al malato, l’umanità e l’attenzione per i suoi medici, cui non lesinava giudizi o giusti rimproveri com’è giusto in una dinamica di collaborazione professionale, ma a cui manifestava anche l’interesse affettuoso per la persona e per il suo mondo familiare.

Ci trovavamo spesso a condividere, anche dopo qualche vigorosa discrepanza che vivevamo in corsia, la maggior parte della nostra vita, sottraendone parte ad altri e che quindi dovevamo viverla e sentirla nel modo più “umano” possibile.

 

«Signore liberaci
Dal troppo zelo per le novità;
dall’anteporre la cultura alla saggezza;
la scienza all’arte;
l’intelligenza al buon senso;
dal curare i malati come se fossero malattie;
dal rendere la guarigione
più penosa del persistere del morbo.»

Sir Jonathan Hutchinson, 1904