Prof. Marco Castagneto

già Professore di Chirurgia, Direttore Chirurgia Generale, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma

Articolo pubblicato in:

Anno Accademico 2021-2022

Vol. 66, n° 1, Gennaio - Marzo 2022

Seduta Commemorativa

16 novembre 2021

Copertina Atti Primo Trimestre 2022 per sito.jpg

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Commemorazione del Prof. Bruno Domenichelli

M. Castagneto

Ringrazio il Presidente e tutta l’Accademia Lancisiana per questo momento dedicato al ricordo del Professor Bruno Domenichelli, illustre Accademico di questa Istituzione dal 2004 alla quale ha contribuito, tra l’altro, con oltre 10 letture di grande rilevanza.

Sono grato anche al Consiglio Direttivo per aver voluto, unitamente alla moglie, la Signora Paola, e a tutta la famiglia, affidarmi questo compito che molto mi emoziona e mi commuove.

D’altra parte l’amicizia “di una vita”, come Lui stesso ebbe a definirla, che ci lega è effettivamente nata in un passato lontano sui banchi del qui vicino Liceo Virgilio. Le vicende della vita, che ci hanno portato per sentieri diversi, non hanno però mai interrotto, fino all’ultimo, un modo comune di sentire.

Bruno Domenichelli nasce a Bressanone nel 1937 ma poi trascorre buona parte della Sua vita a Roma dove si laurea e quindi percorre tutti i gradi della Sua carriera di medico e di cardiologo, di ricercatore e di docente all’Università di Catania, di Chieti e quindi all’Università Cattolica dove tutt’ora insegnava nella Scuola di Specializzazione in Cardiologia.

Ricordo quando al Policlinico Gemelli, ci trovavamo al letto di qualche malato impegnativo, Lui nella veste del giovane cardiologo ed io in quella di chirurgo in erba. Mi rimane impressa di quel tempo la Sua straordinaria abilità nell’interpretare tracciati elettrocardiografici anche a confronto di colleghi più anziani e, per così dire, meno avvezzi a quello che era un presidio diagnostico ancora non del tutto consueto e sofisticato.

Bruno Domenichelli è autore di oltre 500 pubblicazioni su riviste scientifiche di cardiologia e ha partecipato come relatore a numerosissimi congressi cardiologici.

Inoltre è iscritto all’Albo dei giornalisti e ha fondato nel 1995 la rivista “Cardiologia extraospedaliera” della quale è stato direttore come pure è direttore della rivista “Cardiology Science”.

Ma Bruno non era soltanto un clinico di alto valore e un medico capace di curare il paziente nella sua globalità ma è anche un poeta per il quale la poesia, come Lui stesso dice, rappresenta un modo di essere e di sentire.

La Sua produzione a questo proposito è imponete e di assoluto valore come testimoniano numerosi primi premi in concorsi nazionali tra cui il premio Tuscia, Santa Margherita Ligure, Costa del Conero e il Trofeo letterario nazionale d’Ancona.

Ma Bruno rifuggiva dalle apparenze e dai riconoscimenti formali perché alla ricerca della chiave per comprendere ed esprimere il significato e il sentimento del nostro esistere. E in questo impegno è nata una ulteriore e peculiare evoluzione della Sua arte, quella di individuare sintonie e complementi espressivi in varie forme di arte, in particolare quella pittorica, sempre alla ricerca e nella comprensione dell’OLTRE.

Questo strumento e questa filosofia per interpretare la vicenda umana è riassunto e spiegato nella conferenza che Bruno doveva tenere proprio qui in Accademia lo scorso anno il 20 ottobre ma che, poi, a causa della pandemia dovette essere rimandata.

Il titolo era appunto "Perché la poesia: un sesto senso che ci aiuta a vivere". E poi anche:

    • Perché soddisfa la necessità di creatività
    • Perché ci regala la gioia di vivere
    • Perché è strumento di autocoscienza
    • La poesia cambia ciò che tu sei
    • Perché suggerisce vie di accesso al sacro
    • Perché ci fa intuire il trascendente nel quotidiano
    • Perché ci insegna un nuovo linguaggio
    • Perché scopre i semi dell’Universo nascosti nel mondo
    • Perché ci rivela l’anima mundi
    • Per il suo valore profetico
    • Perché è strumento di memoria
    • Poesia educazione di sentimenti

Soprattutto perché alla ricerca dell’OLTRE: “nella scienza, nella bellezza, nella storia, nella sofferenza dell’uomo”; “nel quotidiano e nell’infinito”; infine “finalmente libero da ogni peso cavalcare nel cielo l’impareggiabile azzurro”.

E allora nell’ULTIMO CANTO “in quella cattedrale di musica vorrei entrarci cantando”….


“vorrei udire allora il coro del vostro canto…” perché il Mistero è stato finalmente penetrato.

Concludendo perciò questo incompleto e probabilmente inaccurato ricordo di Bruno Domenichelli non posso non citare una riflessione divenuta famosa, di John Donne, poeta inglese del 1500:

      • nessun uomo è un’isola;
      • ogni uomo è una parte del tutto;
      • ogni uomo è una parte del tutto;


e dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te.

E in effetti con Bruno una parte di ciascuno di noi ci ha lasciato anche se tanta parte di Lui rimane con noi.