Anno Accademico 2021-2022
Vol. 66, n° 2, Aprile - Giugno 2022
Simposio: La Sindrome Long-COVID
25 gennaio 2022
Direttore U.O.C. di Psichiatria Clinica e di Urgenza, Università Cattolica Sacro Cuore, Roma
Simposio: La Sindrome Long-COVID
25 gennaio 2022
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L’infezione da Sars-Cov-2 non si esaurisce con la risoluzione della fase acuta. Il perdurare di sintomi e segni fisici e psichici permane anche molti mesi dopo la negativizzazione e va a costituire la cosiddetta sindrome Long-Covid.
Allarmante, e forse sottovalutata, è la ripercussione sulla salute mentale della popolazione in generale e dei pazienti che sono stati affetti in particolare. Nonostante sin dai primi momenti di pandemia, gli psichiatri di tutti il mondo abbiano esternato la loro preoccupazione e pubblicato lavori nei quali si indicava il rischio di un’esacerbazione di patologia mentale e la necessità di prevedere la collaborazione di esperti di salute mentale, congiuntamente ai colleghi virologi, epidemiologi, rianimatori, internisti, pneumologi per arginare quella che già si prevedeva come una “pandemia psichiatrica”, pochi governi hanno accolto la richiesta. E la situazione non ha tardato a manifestarsi nella sua gravità.
Oltre l’80% della popolazione generale ha cominciato a manifestare segni di ansia e depressione, e tra il 40 e il 50% delle persone che hanno sofferto di Covid manifestano sindromi ansioso-depressive di varia gravità, pur in assenza di un’anamnesi psichiatrica positiva. Il dato più allarmante indica che circa il 30% dei pazienti post-Covid soffre di un “disturbo post traumatico da stress”, patologia caratterizzata dalla ripetuta presenza di flashback, ricordi, incubi inerenti l’esperienza traumatica, difficoltà al controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa o confusione emotiva, depressione e ansia, insonnia, ma anche la determinazione a evitare qualunque atto che li costringa a ricordare l’evento traumatico. Dal punto di vista più prettamente fisico, alcuni sintomi sono dolori al torace, capogiri, problemi gastrointestinali, emicranie, indebolimento del sistema immunitario. Per capire l’entità del problema basti sapere che è una percentuale di pazienti superiore a quella evidenziata negli abitanti nell’area del World Trade Center dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre.
Alla luce di quanto detto, si conferma la necessità di un approccio multidisciplinare e integrato ai pazienti affetti da sindrome Long-Covid, nei quali la componente psichiatrica è spesso presente e che può manifestarsi sovente con sintomi o segni fisici che, se non correttamente inquadrati, possono condurre a diagnosi non corrette e trattamenti non adeguati. Si ribadisce, inoltre, la necessità di favorire politiche sanitarie volte alla creazione di ambulatori di psicotraumatologi e, più in generale, alla cura e alla prevenzione della salute mentale della popolazione.