Anno Accademico 2021-2022
Vol. 66, n° 4, Ottobre - Dicembre 2022
Simposio: 2022: la Guerra
17 maggio 2022
Simposio: 2022: la Guerra
17 maggio 2022
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“Una casa della salute per chi una casa non ce l’ha”
La ASL Roma 1 - attraverso la UOSD Centro SAMIFO - struttura sanitaria a valenza regionale, garantisce l’assistenza sanitaria ai numerosi richiedenti e titolari di protezione nazionale e internazionale regolarmente presenti nel nostro territorio.
Le principali attività del 2021
Il SAMIFO: l’intesa con l’Associazione Centro Astalli
L’elevato numero di migranti forzati regolarmente presenti nella nostra regione ha stimolato una riflessione sulle modalità di intervento su questa popolazione estremamente fragile e spesso in condizione di vulnerabilità psico-socio-sanitaria e sulla conseguente necessità di mettere in atto azioni e percorsi di tutela della salute, sia in termini di prevenzione che di assistenza, cura e riabilitazione. In questa direzione la ASL Roma 1 ha contribuito al processo di rafforzamento delle competenze istituzionali e delle collaborazioni fra gli enti di tutela per offrire nuovi strumenti di azione. Attraverso il Centro di Salute per Migranti Forzati SAMIFO, nato nel 2006 dalla collaborazione con il Centro Astalli (il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia), promuove la tutela dei diritti e della salute dei migranti forzati e la fruibilità dei servizi sanitari. Nel luglio del 2015 il Centro SAMIFO ha ottenuto l’importante riconoscimento della Regione Lazio come “Struttura Sanitaria a valenza regionale della ASL Roma 1 per l’assistenza ai migranti forzati nonché punto di riferimento per gli enti che operano per la loro tutela in quanto si avvale di un modello organizzativo che, attraverso percorsi assistenziali integrati, riesce a soddisfare bisogni di salute complessi che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale”. Nell’Atto Aziendale vigente viene valorizzato come Unità Operativa Autonoma.
Con Deliberazione del Direttore Generale N. 37 del 7 gennaio 2021 è stato rinnovato il Protocollo d’Intesa con il Centro Astalli al fine di:
La ASL Roma 1 e il Centro Astalli, nella realizzazione delle attività svolte dal Centro SAMIFO, si impegnano a promuovere progetti e obiettivi comuni mirati allo sviluppo di reti integrate interculturali e interdisciplinari, attraverso interventi di prevenzione e assistenza sul territorio per richiedenti e titolari di protezione nazionale ed internazionale, nonché iniziative di formazione di operatori e di informazione dei cittadini. La collaborazione si potrà realizzare anche attraverso la partecipazione congiunta a bandi e avvisi di Enti pubblici e privati volti a sostenere economicamente le attività previste dal presente protocollo.
Presso il Centro SAMIFO era attivo un Comitato Scientifico (Delibera N. 997 del 12 agosto 2008) preposto alla pianificazione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni, nonché al monitoraggio e alla verifica delle attività e dei risultati. Con la sottoscrizione del nuovo Protocollo d’Intesa il Comitato Scientifico viene riproposto con gli stessi obiettivi, presieduto dal Direttore della UOSD che lo coordina e da esperti, competenti nelle tematiche della salute, della valutazione e della migrazione in ambito universitario, della ricerca, delle organizzazioni della società civile e delle Società Scientifiche del settore, nominati con Determinazione Dirigenziale del Direttore della UOSD, in accordo con il Presidente del Centro Astalli e sentito il Direttore Sanitario della ASL. In data 28 dicembre 2021 con determinazione dirigenziale N. 2691 viene istituito il nuovo Comitato Scientifico con la nomina, acquisita la loro disponibilità, dei seguenti componenti: Salvatore Geraci (Area Sanitaria Caritas di Roma), Maurizio Marceca (“Sapienza” Università di Roma, Rosa Costantino (Regione Emilia Romagna), Silvia Declich (Istituto Superiore di Sanità), Filippo Gnolfo (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), Maurizio Bacigalupi (Associazione Centro Astalli) e Giancarlo Santone (SAMIFO) che lo presiede.
Il SAMIFO e il cinema
L'undicesima edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale - organizzato da ASL Roma 1 e Roma Capitale al Museo MAXXI - prevede un concorso di corti e lungometraggi, con uno sguardo panoramico, rispettoso, coraggioso e attento alle problematiche della salute mentale. Novità dell’edizione del 2021 è l’introduzione del Premio SAMIFO, assegnato al film che meglio ha saputo ritrarre e raccontare aspetti legati all’emigrazione, alla transculturalità e alla diversità - I borghesi di Calais - L’ultima frontiera - dello spagnolo Jesús Armesto. La giuria, composta da Claudio Zonta, Rafael Gabàs Arcos e Maurizio Bacigalupi, ha deciso di premiarlo per la capacità di raccontare la vita dei migranti attraverso un fatto storico e per le scelte filmiche in senso stretto. "I borghesi di Calais risulta ben strutturato e con una regia attenta e dettagliata; presenta, inoltre, un'ottima sceneggiatura, una fotografia ben articolata e delle interviste che forniscono una visione ampia della drammatica situazione e che aiutano lo spettatore a cogliere la complessità della realtà dei migranti. L'alternanza di scene in bianco e nero e a colori è giustificata perché il film sviluppa tre temi con tre ritmi: le interviste in bianco e nero appartengono a volontari, avvocati, artisti, immersi nel mondo dei rifugiati e ai rifugiati stessi che tentano di oltrepassare la rete che dà accesso all'Eurotunnel, mentre il colore appartiene alla parola di una donna che mette in relazione, poeticamente, la fragilità degli esseri umani migranti, da i primi sapiens che arrivarono in Europa dall´Etiopia circa 100.000 anni fa, senza frontiere e senza documenti, fino ad oggi”. La giuria ha inoltre fatto la menzione speciale al cortometraggio “Paper Boat” per la sua intensità, la sua capacità comunicativa e per il linguaggio simbolico con cui si sviluppa la narrazione filmica. Nei sette minuti del suo svolgimento racconta la tragedia delle morti in mare dei migranti, coinvolge lo spettatore favorendone l’identificazione con le vittime, si rivolge direttamente ai ragazzi coinvolgendoli con un linguaggio e con delle sonorità, che appartengono a loro.
Rimanendo nel tema cinematografico nel 2021 il SAMIFO ha prodotto, con i fondi del progetto ICARE, 3 cortometraggi (che si aggiungono ai 4 realizzati negli anni anteriori):
SAMIFO e sani stili di vita
Il 19 giugno la squadra di calcetto ICARE è stata invitata ad uno speciale evento sportivo: un quadrangolare di calcio a 5, manifestazione nata con l’obiettivo di dare un calcio allo stigma delle disuguaglianze e mettere al centro lo sport come strumento di cura, inclusione, integrazione e speranza per le persone fragili. Protagoniste di questo evento all’insegna della solidarietà sono state la ‘Crazy For Football’, la Nazionale Italiana di Calcio a cinque per persone con problemi di salute mentale, gli ‘I-CARE’, una rappresentativa di rifugiati e richiedenti asilo selezionata dal centro Samifo della Asl Roma 1 in collaborazione con sport senza frontiere, gli ‘Sphere’, una rappresentativa di medici psichiatri e tecnici dello sport e, infine, l’’Idea’, una squadra di studenti delle scuole secondarie di Roma. Gli ICARE hanno vinto il torneo battendo in finale Crazy for football.
Alcuni rappresentanti del SAMIFO del progetto ICARE hanno partecipato al Cous Cous Fest che si è tenuto a San Vito Lo Capo dal 17 al 26 settembre, con un proprio stand. Sono stati distribuiti utili materiali informativi sui sani stili di vita e opuscoli redatti in 9 lingue contenenti informazioni di contrasto alla pandemia da Covid-19. La sana alimentazione è stata altresì promossa attraverso il conferimento del premio speciale ICARE allo Chef senegalese Bamba Barry per aver ideato e cucinato un cous cous equilibrato dal punto di vista nutrizionale e variegato per la provenienza da tutto il mondo degli ingredienti di cui era composto il piatto. Il 9 e 10 dicembre presso il Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” che nomina Erice “città della scienza”, si è tenuto l'evento nazionale "I Laboratori di Salute". Hanno partecipato luminari nazionali, rappresentanti del Ministero dell’Interno e della Commissione Europea, la project manager, i referenti scientifici delle 4 regioni partner, rappresentanti delle ASL regionali. Il dr. Santone ha presentato una relazione sulla identità e stress tranculturale.
SAMIFO e attività di ricerca
Nell’ambito del progetto FARI 2 sono state realizzate 2 importanti ricerche. Cittadinanzaattiva ha completato e consegnato gli 8 documenti relativi al rapporto regionale e aziendali di audit civico – valutazione sull’acceso e la soddisfazione dei servizi sanitari da parte di richiedenti e titolari di protezione internazionale. La seconda ricerca è stata realizzata dal partner CeSPI. Trattasi del raffronto del grado di complessità nell’accesso ai servizi di Pronto Soccorso e di primo intervento da parte di richiedenti e titolari di protezione internazionale e da parte del resto della popolazione nei 4 semestri del 2019 e 2020.
Al 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) tenutosi a Lecce nel mese di novembre è stato presentato l’abstract dal titolo “Percorsi multidisciplinari di assistenza psico-socio-sanitaria ai profughi afghani accolti nel territorio della ASL Roma 1, nell’ambito del progetto ICARE”, che è stato accettato come poster e pubblicato negli atti congressuali.
SAMIFO e COVID
Anche le attività svolte durante l’anno 2021 sono state condizionate dalla persistenza della pandemia. Tutti gli operatori del SAMIFO, inclusi i mediatori linguistico-culturali, indipendentemente dal tipo di rapporto di lavoro o di collaborazione, sono stati sottoposti a vaccinazione anti COVID, con somministrazione della 1° dose nel mese di gennaio, della 2° a febbraio e di quella booster dopo 9 mesi. Assieme alle altre misure di prevenzione messe in atto sin da marzo 2020 e rafforzate nel tempo, hanno contribuito ad evitare il contagio nel luogo di lavoro. Solo 1 professionista su 50 è risultato positivo a fine dicembre, con sintomi lievi, negativizzatosi poco dopo giorni. Sono proseguite le attività COVID correlate per la sorveglianza sanitaria, lo screening e le vaccinazioni anti COVID a favore di richiedenti e titolari di protezione, in particolare degli ospiti nei vari centri di accoglienza o nelle strutture di fortuna (edifici occupati, alloggi di fortuna, SFD) in collaborazione con SISP, i MMG, la Prefettura, gli enti locali e le organizzazioni della società civile convolte. Inoltre il SAMIFO, in accordo con la Direzione Sanitaria della ASL Roma 1, in cooperazione con il SISP, la Protezione Civile, il Distretto Sanitario XIV, ha messo a disposizione gli spazi del Padiglione 17 del Santa Maria della Pietà e parte del personale per attivare il servizio di rilascio del green pass (GP) ai cittadini vaccinati all’estero, con vaccini riconosciuti dall’EMA. Ha inoltre tradotto in 14 lingue il modulo di richiesta del GP per facilitarne la comprensione.
Nella seconda metà del 2021, prevalentemente nei mesi di agosto e settembre, un’equipe multidisciplinare del SAMIFO, ha concentrato le proprie azioni nell’assistenza ai circa 1000 profughi evacuati dall’Afghanistan. La Regione Lazio con nota n. 0680742 del 24 agosto avente come oggetto “L’assistenza sanitaria ai rifugiati afghani accolti presso le strutture alberghiere convenzionate” ha chiesto al centro SAMIFO (Centro di Salute per Migranti Forzati), struttura sanitaria a valenza regionale, di garantire la piena disponibilità e sostegno alle Direzioni aziendali delle ASL Roma 1, 2, 3, 4 e ARES 118 nella attuazione, nella fase emergenziale, del percorso assistenziale più adeguato anche con l’utilizzo di mediatori culturali, sostegno prontamente assicurato a tutte le ASL interessate, anche grazie ai finanziamenti assicurati dal progetto ICARE. In occasione della vaccinazione degli ospiti presso l’Hotel quarantena di Monte Mario in presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dell’Assessore alla Salute Alessio D’Amato e del Direttore Generale ASL Roma 1 Angelo Tanese è stato utilizzato il camper sanitario - SAMIFO Medical Unit - acquistato con fondi del progetto ICARE. http://www.progettoicare.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/220.
Sempre nell’anno 2021 la Regione Lazio, con nota n. 0685096 del 26 agosto 2021 ha indicato il Direttore del SAMIFO, dr. Giancarlo Santone, come “referente regionale per la partecipazione al gruppo di lavoro ristretto per la scrittura del Piano FAMI 2021/2027, considerata l’esperienza maturata nel corso degli anni nella gestione dei progetti a valere sui fondi FAMI e vista la DGR n. 11 del 15 gennaio 2019, con la quale è stata conferita delega formale alla ASL Roma1 per la gestione del progetto Integration and Community care for Asylum and Refugees in Emergency (I.C.A.R.E.)”. Sono stati effettuati 2 incontri del gruppo di lavoro ed elaborato un documento unico in accordo con gli altri referenti regionali, trasmesso all’autorità competente.
Dopo 1 anno di sperimentazione, il 1 gennaio del 2021, è stata definitivamente attivata la nuova cartella clinica informatizzata. Oltre alla parte anagrafica, contiene cartelle specifiche per ciascuna linea di attività.
SAMIFO e British Academy
Il SAMIFO ha partecipato al progetto di ricerca STRIVE collaborando con la British Academy. Il progetto, sostenuto dal COVID-19 Recovery della British Academy, mirava a capire se pratiche di traduzione efficaci possono contribuire a ridurre l'impatto delle differenze linguistiche come fattori che determinano tassi più bassi di adesione al vaccino tra i migranti in Italia.
Per rispondere alla domanda di ricerca, il team di STRIVE ha condotto 33 interviste. Gli intervistati includevano personale di organizzazioni della società civile e personale delle autorità sanitarie locali (ASL, AUSL) che hanno organizzato la mediazione linguistica per le comunità locali di migranti, così come traduttori, interpreti e mediatori interculturali. I ricercatori hanno analizzato le politiche di accesso alle lingue e valutato i dati quantitativi sulle lingue preferite dai migranti, così come distribuite a Roma e nella Regione Emilia-Romagna, che ospitano un oltre 1 milione di migranti, pari al 20% del totale nazionale.
Il SAMIFO e la rete territoriale (GRIS e TIS)
Il SAMIFO partecipa alle riunioni mensili del GRIS Lazio per coordinare gli interventi della rete socio-sanitaria della Regione a beneficio della popolazione migrante. In particolare nel 2021 focus della rete sono stati la gestione della pandemia, la tutela dei migranti attraverso la vaccinazione anti COVID resa disponibile anche agli stranieri irregolari, l’organizzazione di una risposta concertata per la gestione dell’emergenza profughi afghani.
Inoltre, il SAMIFO, attraverso la presenza di operatori del Centro Astalli, partecipa al Tavolo Immigrazione e Salute (TIS), dalla sua costituzione nel 2019. Il TIS riunisce le principali organizzazioni del terzo settore su scala nazionale, impegnate a livello territoriale nella promozione del diritto alla tutela della salute, con particolare riferimento alle persone migranti presenti a qualunque titolo sul territorio nazionale. Le organizzazioni che partecipano sono competenti sotto l’aspetto sanitario e giuridico, concordano azioni di advocacy presso le Istituzioni sanitarie nazionali, promuovono attività di ricerca.
Il SAMIFO e la formazione
A partire dal mese di Gennaio 2021 il Centro SAMIFO ha organizzato 4 corsi di formazione:
Nell'ambito del progetto PSIC si sono svolte alcune giornate di formazione che vedono come capofila di progetto e soggetto attuatore la Asl Roma 1. La formazione dal titolo “Formazione di Base – Tutela delle popolazioni migranti Moduli 1, 2 e 3” tenuta dai docenti S. Declich, C. Garri, A. Morrone, G. Santone, M. Marceca, S. Geraci, F. Gnolfo, M. Volpatti e M. Bacigalupi e la formazione dal titolo “Formazione Avanzata – Tutela delle popolazioni migranti Moduli 4 e 5” tenute dai docenti C. Garri, E. Vercillo, M. Guerra, A. Giganti, R. Carnevali e S. Capretti, si sono svolte tutte a partire dal mese di Gennaio 2022 fino al mese di Maggio compreso.
Altre attività
A novembre 2021 sono riprese le “Iniziative per il supporto psicologico al lavoro dei componenti e del personale della Commissione e relative Sezioni” Il Protocollo è finalizzato, attraverso la supervisione dell’équipe, ad aiutare i soggetti interessati a raggiungere un certo grado di autonomia emotiva, a mantenere alto il livello motivazionale e a prevenire la traumatizzazione vicaria e fenomeni di burnout, favorendo l’integrazione di ruoli e funzioni dei partecipanti. Il SAMIFO continua ad assicurare la presenza di operatori qualificati nelle date stabilite e offre anche la possibilità di usufruire di confronti individuali riguardo a dinamiche e reazioni non funzionali, che possono manifestarsi nell’ambito professionale, non adatte a essere trattate nel setting di gruppo di lavoro. La somministrazione in forma anonima ai partecipanti della versione italiana del questionario Professional Quality of Life (Compassion Satisfaction and Fatigue Subscales - Revision 5), permette la valutazione dello stress ad inizio e fine percorso per calcolarne l’efficacia.
Nell’anno 2021 l’integrazione fra le attività territoriali con quelle ospedaliere ha prodotto una consolidata prassi per la deinfibulazione di donne vittime di severe mutilazioni dei genitali. Sono stati coinvolti alcuni servizi consultoriali e la U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Filippo Neri. Sono state effettuate 3 deinfibulazioni, 2 in donne in gravidanza prima della 24 settimana e 1 per motivi medici.
Nel 2021, grazie alla legge Madia, sono stati stabilizzati 1 Psicologa, 1 Assistente Sociale e 2 Mediatori linguistico-culturali. Trattasi di professionisti che avevano un contratto di collaborazione a progetto con la ASL Roma 1 da oltre 3 anni, e ciò ne ha permesso l’assunzione a tempo indeterminato, a seguito di regolare concorso. Nell’ambito nazionale la ASL Roma 1 rappresenta l’unica realtà sanitaria che è riuscita ad assumere, con contratto di operatore tecnico specializzato, mediatori linguistico-culturali.
Sono state effettuate numerose uscite con il Medical Mobile del SAMIFO/ICARE per azioni di prevenzione con screening per la distribuzione del materiale di informazione/sensibilizzazione multilingue, orientamento a servizi socio-sanitari, prenotazione ed effettuazione di vaccinazioni anti COVID. A metà dicembre è stata organizzata una giornata dedicata alla prevenzione della morbilità di genere delle donne oggetto di violenza e ospitate in strutture protette con l’obiettivo di facilitare l’accesso alla fruizione di prestazioni sanitarie e di realizzare interventi di prevenzione della salute alle ospiti delle strutture dedicate alla sicurezza delle donne vittime di tratta e di violenza. Sono stati coinvolti i seguenti enti che si occupano di assistere donne vittime di tratta e/o di abusi: BeFree, Dire controlaviolenza, Parsec Cooperativa Sociale, Centro antiviolenza S.O.S Donna, Civico Zero, Magliana80 e Casetta Rossa.
Le attività sanitarie della UOSD Centro SAMIFO – anno 2021
Introduzione
Il Centro SAMIFO ha da sempre prestato una grande attenzione a registrare e descrivere il proprio lavoro anche in termini numerici. Gli obiettivi di questa scelta sono multipli e possono così essere sinteticamente descritti.
Esiste una necessità di efficienza: è fondamentale essere certi che la quantità di risorse investita, in tempo, risorse umane e finanziarie sia coerente con i risultati ottenuti in termini di numero di prestazioni, interventi, azioni intraprese. Per questa operazione è necessaria la descrizione e la raccolta accurata del volume delle attività.
Altrettanto, se non più importante, è rispondere a criteri di efficacia oltre quelli di efficienza. Per questo è necessario che siano chiari gli obiettivi e i risultati che si attendono e che la descrizione dei risultati sia espressa sotto forma di indicatori capaci di documentare l’effetto positivo che si attendeva dalle azioni intraprese.
Terzo elemento: i numeri sono una misura sintetica della realtà che permette più rapidamente e più facilmente di comprendere in quale direzione si sta andando e quindi eventualmente correggere o riorientare le azioni che si stanno dimostrando poco capaci di dare i risultati che avremmo voluto ottenere.
Quarto elemento: documentare quanto si fa, rappresentarlo in termini accurati, renderlo pubblico e disponibile significa offrire ai decisori politico/amministrativi uno strumento per un’equa distribuzione delle risorse ed una programmazione più attenta al superamento delle diseguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie soprattutto per i soggetti con vari tipi di svantaggi: sociali, linguistici, culturali, ovvero legati a disabilità.
Quinto elemento: descrivere il proprio lavoro significa essere aperti al confronto per crescere e migliorare anche grazie al contributo, alle critiche e all’esperienza altrui, non ultimo essere più trasparenti e leggibili anche dai non addetti ai lavori.
Infine dobbiamo dire che descriversi è anche un motivo di orgoglio per tutti gli operatori che così possono rileggere la propria attività al di fuori dall’impegno quotidiano e della fatica che lo accompagna, che a volte non permette di vedere chiaramente il quadro generale del servizio che insieme ai colleghi si rende agli utenti e alla collettività
Le pagine, i numeri, le tabelle che seguono illustrano come il Centro SAMIFO ha cercato di realizzare il più compiutamente possibile gli obiettivi che lo hanno ispirato e che abbiamo qui esplicitato.
Le persone che afferiscono al SAMIFO presentano spesso bisogni di salute complessi, patologie fisiche e psichiche legate alle esperienze traumatiche pre-migratorie, al viaggio e alla precarietà̀ del presente, acuite sovente da difficoltà di tipo alloggiativo, burocratico-amministrativo, legale, economico e quasi sempre dall’assenza di una rete sociale di supporto. Per accogliere una casistica così eterogenea, l’equipe del servizio è costituita secondo criteri di multidisciplinarietà e collaborazione trasversale e intersettoriale. Tale modalità organizzativa risulta essere essenziale nell’assistenza a pazienti come i rifugiati e richiedenti asilo, che necessitano di un approccio globale alla salute, alle condizioni sociali e di vita e, contemporaneamente, di un servizio che sia specializzato nella cura delle patologie post traumatiche.
L’area di Medicina Generale permette ai rifugiati, oltre che di ricevere l’assistenza primaria, anche di essere orientati alle diverse linee di attività̀ specialistiche interne ed esterne all’ambulatorio.
L’area dedicata alla Salute Mentale, formata da professionisti psichiatri, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, specializzati in particolare nella cura dalle patologie post-traumatiche e da disadattamento, riveste un ruolo fondamentale all’interno del servizio, visto il livello di fragilità psicologica della popolazione target (Dapunt et al. 2017; Priebe et al. 2016; Johnson & Thompson 2008; Steel et al. 2009; Copeland et al. 2007; Bughra 2004).
Nel consultorio di Ginecologia lavora un’équipe tutta al femminile, composta da personale specializzato in Ginecologia e Ostetricia, personale infermieristico, operatrici sociali e mediatrici culturali. L’equipe tutela la salute delle donne, spesso vittime di violenze, come tortura, abuso sessuale, matrimoni forzati e mutilazioni genitali, e assicura l’accompagnamento alla gravidanza e al post partum.
Lo specialista ortopedico assicura l’assistenza alle numerose vittime di traumi con esiti osteo-muscolo-articolari che richiedono, in alcuni casi, anche interventi chirurgici.
La Medicina Legale è un servizio essenziale per la certificazione degli esiti di violenze e torture da sottoporre alle Commissioni Territoriali e ai Tribunali, a sostegno della domanda di protezione internazionale in tutte le fasi procedurali.
Il Servizio Sociale consente di far fronte alle variegate problematiche sociali che i richiedenti asilo e rifugiati devono affrontare nel periodo post migratorio e che, se trascurate, possono minare anche l’assistenza sanitaria di questa popolazione: ad esempio la disoccupazione o la precarietà lavorativa spesso non consentono la possibilità di pagare un alloggio dignitoso alla fine del percorso di accoglienza, oppure la difficoltà di avere una residenza crea barriere burocratico-amministrative con ricadute anche all’accesso ai servizi sanitari.
Il funzionamento del SAMIFO si basa sulla presenza di mediatori linguistico-culturali e operatori specializzati, che hanno una funzione di accoglienza e di orientamento verso le attività legate all’assistenza sanitaria. Il personale di mediazione linguistico-culturale garantisce a persone che vivono spesso in una condizione di silenzio, solitudine e discriminazione, la possibilità̀ di parlare ed essere ascoltati. Questa area, che fa da collegamento e collante tra le diverse specialità, garantisce una continuità relazionale che sostiene il paziente nel suo percorso terapeutico all’interno del servizio, riducendo il rischio di dropouts.
Gli invii al SAMIFO provengono attraverso il passaparola, da Centri di Accoglienza Straordinaria e dal Sistema di Accoglienza e Integrazione di tutto il territorio regionale, dalle Commissioni Territoriali, dai Tribunali, da altri servizi sanitari, da Enti del Terzo Settore.
Rapporto di attività UOSD Centro SAMIFO – anno 2021
Nel 2021, segnato ancora dalla pandemia del COVID-19, il SAMIFO si è trovato in prima linea nello sforzo di continuare la propria attività, cercando anche nuove soluzioni e nuovi strumenti. L’attivazione e il rafforzamento di reti, soprattutto informali e di base, hanno permesso di rispondere ai bisogni di salute dei nostri assistiti e alle paure degli operatori dei centri di accoglienza e delle organizzazioni della società civile. “Ha prevalso un senso di responsabilità unito a una certa capacità di resilienza nel cercare di far fronte a questa situazione così complicata” (Camillo Ripamonti e Chiara Tintori, La trappola del virus Edizioni Terra Santa, Milano 2021).
Per un servizio a libero accesso come il nostro, utilizzato dagli utenti come punto di riferimento per la cura, ma anche per l’orientamento sociosanitario, non poche sono state le difficoltà legate agli ingressi contingentati nell’ASL, nonché alle regole di distanziamento e protezione. È proseguito il rispetto del protocollo per gli accessi al SAMIFO. Gli utenti vengono ricevuti fuori dal poliambulatorio dai mediatori linguistico culturali che accolgono la domanda dell’utente. Coloro che devono accedere alla struttura vengono sottoposti alla misurazione della temperatura, garantendo l’accesso alla sala d’attesa ad un massimo di 7 persone per volta. Le stanze e il front e back office sono stati dotati di parafiati come ulteriore protezione per gli utenti e il personale; le riunioni di staff sono riprese in forma mista, in presenza e a distanza. Viene effettuata bisettimanalmente la sanificazione dei locali del SAMIFO presso il poliambulatorio di Via Luzzatti e il padiglione 17 del Santa Maria della Pietà, grazie al contributo del progetto FARI 2 a valere sul FAMI - Fondo Asilo Migrazione Integrazione.
Dal mese di ottobre, nel rispetto degli obiettivi strategici raccomandati dal NITAG - National Immunization Technical Advisory Group - Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni del Ministero della Salute, che prevede anche la realizzazione di interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili, il SAMIFO ha somministrato vaccinazioni antinfluenzali e antipneumococciche.
La pandemia in corso non ha però cancellato le difficili storie di vita dei nostri assistiti e il loro faticoso percorso verso il riconoscimento di diritti e dignità. Altissima è stata la richiesta di visite medico-legali per certificare esiti di violenze o torture subite nei paesi di origine o durante il viaggio. Alle testimonianze delle torture e dei soprusi subiti nei centri di detenzione libici si sono aggiunti in misura crescente quest’anno quelle sulle violenze da parte di poliziotti e militari alle frontiere balcaniche.
Dati assistiti - UOSD Centro SAMIFO, anno 2021
Durante l’anno 2021 il SAMIFO ha assistito in totale 2124 persone migranti forzate, in possesso di permesso di soggiorno come richiedenti e titolari di protezione internazionale o protezioni complementari, di cui 1437 uomini e 687 donne (Tab. 1).
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I paesi di origine degli assistiti del SAMIFO sono 82, ma 10 sono quelli che raccolgono ben il 60 % degli assistiti, 98 sono Paesi del continente africano e 2 dall’Asia (Tab. 2).
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Gli utenti del SAMIFO continuano ad essere molto giovani, il 50 % è compreso fra i 31 e 50 anni, il 38 % al di sotto dei 30. Continua invece a crescere il numero degli ultracinquantenni, arrivato nel 2021 al 10% dell’intera popolazione assistita. Il 2 % è minorenne (Tab. 3).
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Nel 2021 è stata introdotta la nuova cartella clinica informatizzata per cui non è stato possibile estrapolare i nuovi assististi. Nel 2020 oltre la metà degli assistiti si è rivolta al SAMIFO per la prima volta.
Elevato, anche in quest’anno, il numero dei migranti con particolari vulnerabilità̀: oltre il 30% dei pazienti (il totale degli utenti di medicina legale, ma anche la maggior parte dei beneficiari dell’area di salute mentale e di ginecologia), sono risultati vittime di tortura, abusi sessuali, tratta, mutilazioni genitali femminili, trattamenti disumani e degradanti.
Le visite in totale sono state 7944 così suddivise: 3584 di medicina generale, 1156 visite psichiatriche, 398 visite psicologiche, 463 ginecologiche, 357 medico legali, 1319 di riabilitazione psichiatrica, 348 colloqui sociali e 16 interventi infermieristici (Tab. 4).
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Dal grafico sottostante si può osservare come le donne si rivolgono ai nostri servizi in quantità importante. Pur rappresentando il 32% del totale degli assistiti, la percentuale di visite effettuate è del 41% (Tab. 5).
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Il servizio di mediazione linguistico-culturale
La mediazione linguistico-culturale è un servizio necessario per tutti gli enti che si interfacciano con utenti e pazienti provenienti da altri paesi e che non parlano affatto o sufficientemente italiano. In particolare nei servizi territoriali dove si assistono le persone che hanno problemi di salute o di inserimento sociale è imperativo che la comunicazione sia possibile e accurata, in modo da garantire effettivamente la presa in carico delle problematiche.
La mediazione linguistico-culturale, laddove presente, è in grado di aumentare l’efficienza in tutte le aree dell’assistenza ai migranti, e, nel nostro caso ai migranti forzati, garantisce l’efficacia degli interventi e, soprattutto, rende il più possibile aperti e accessibili i servizi, permettendo di costruire un clima di fiducia tra operatori e persone assistite.
La presenza stabile di Mediatrici e Mediatori Linguistico-culturali formati permette ai migranti forzati di comprendere che le loro esigenze di comunicazione sono prese debitamente in considerazione e che chi li ascolta ha davvero il desiderio di capirli e di supportarli nel loro percorso di inserimento sociale e di acquisizione dell’autonomia. Inoltre garantisce agli operatori sanitari di poter operare secondo i criteri di adeguatezza ed efficacia, ad esempio, nella prescrizione di una terapia farmacologica o nella proposta di un percorso terapeutico ad un paziente con il quale, senza mediazione, sarebbe impossibile parlare.
Per questi motivi, il Centro SAMIFO, dalla sua apertura nel 2006, si è dotato di un team di mediazione linguistico-culturale che negli anni si è grandemente ampliato per adeguarsi ai paesi di provenienza dei pazienti RTPI e alle loro diverse lingue di comunicazione.
Nel corso del 2021, grazie al sostegno di ASL Roma 1, Centro Astalli, Comune di Roma, dei progetti FARI2 e I-CARE il team è stato costituito da un gruppo di 25 tra mediatrici (Tot. 17) e mediatori (Tot. 8) linguistico-culturali, provenienti da 18 paesi diversi, distribuiti su diversi turni fissi dal lunedì al venerdì (Tab. 6.)
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La presenza di mediatrici e mediatori permette di coprire un range di 26 lingue in totale, tra lingue veicolari e lingue madri. Queste sono: inglese, francese, spagnolo, arabo, tigrino, amarico, farsi, dhari, inglese pidgin, cinese mandarino, bambara, mandinga, edo, hindi, pashtu, urdu, bangla, somalo, poular, wolof, turco, kurdo kurmanji, kurdo sorani, moldavo, russo, djoula.
Considerando le aree di provenienza dei nostri assistiti RTPI, le lingue parlate si distribuiscono come illustrato in Tab. 7.
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Tutte le attività nel SAMIFO sono coadiuvate dal lavoro di mediatrici e mediatori linguistico-culturali che parlano un minimo di tre lingue, che hanno una formazione specifica per effettuare le mediazioni in ambito socio-sanitario e che contribuiscono al lavoro di tutti i clinici e degli operatori sociali che lavorano al SAMIFO o che fanno parte della rete territoriale dove afferiscono i pazienti RTPI per la presa in carico dei problemi di salute o di inserimento sociale che richiedono l’intervento di altri specialisti.
Nel complesso nel 2021 sono state erogate 13.660 ore di mediazione suddivise come in Tab. 8.
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