Anno Accademico 2022-2023
Vol. 67, n° 1, Gennaio - Marzo 2023
Seduta Commemorativa
15 novembre 2022
Seduta Commemorativa
15 novembre 2022
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Il Prof. Vanni Beltrami nasce a Torino il 5 giugno 1932, figlio di Gian Mario, Generale di Brigata Aerea della Regia Aeronautica e di Teodolinda Campagnani.
Prof. Vanni Beltrami |
Rimasto precocemente orfano di padre si trasferisce a Roma con la madre e si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgica dell’Università “La Sapienza”. Durante il corso di studi diventa allievo interno presso l’Istituto di Clinica Chirurgica diretta dal Prof. Raffaele Paolucci di Valmaggiore, che sarà il suo primo Maestro. Si laurea nel 1956 e continua la sua frequenza presso l’Istituto di Clinica Chirurgica, diretto dal Prof. Giovanni Marcozzi. Si specializza in Chirurgia Generale, Chirurgia Toracica e Pneumologia sempre presso l’Università “La Sapienza”. Frequenta come Borsista le Università di Parigi, Utrecht ed Uppsala. Presso questa ultima sede fu assistente del Prof. U.O. Bjork apprendendo ed appassionandosi alla chirurgia toracica che sarà il suo principale campo di ricerca e di applicazione.
Diviene assistente ordinario nel 1964 ed aiuto nel 1965.
È in questo periodo che, a seguito di una esperienza di diversi mesi nel 1966 presso l’ospedale del cantiere della costruenda diga di Kainji in Nigeria, nasce il suo amore per l’Africa che durerà per tutta vita e lo renderà un esperto di fama.
Nel 1968 va a dirigere in qualità di Primario Chirurgo, per incarico del Medico Provinciale e del Magnifico Rettore della “Sapienza”, l’Ospedale già SMOM (Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di Malta) “U. Barberini” di Nettuno. Al suo arrivo riorganizzò e rivitalizzò l’Ospedale tanto che alcuni dei suoi allievi ebbero la fortuna di conoscerlo in tale periodo diventando interni della struttura. La sua fama si diffuse nel circondario richiamando un alto numero di pazienti per interventi di Chirurgia Generale e Toracica.
Maturo a Cattedra nel 1971 viene chiamato dalla Libera Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti, della quale fu uno dei padri fondatori e dal 1 novembre 1973 va a dirigere l’Istituto di Patologia Chirurgica della stessa Università. Diventa subito un punto di riferimento regionale ed extraregionale prevalentemente per la Chirurgia Toracica e fonda la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica. Divenuto Ordinario di Clinica Chirurgica nel 1980 (Gruppo dei 54), dal 1 novembre 1982 va a dirigere l’Istituto di Clinica Chirurgica ed in varie occasioni è stato responsabile supplente degli Istituti di Urologia, Anestesia e Rianimazione, Clinica Ostetrica e Ginecologica con le relative Scuole di Specializzazione insieme a quella di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, oltre che rivestire la carica di prorettore per circa due anni.
Quegli anni furono molto prolifici sia dal punto di vista lavorativo sia scientifico, permettendo la crescita di tutti i collaboratori e portando la giovane Università “G. D’Annunzio” alla visibilità internazionale venendo invitato come Visiting Professor dalle Facoltà mediche di Luebeck e Vancouver.
Il giovane gruppo di collaboratori fu guidato e coinvolto da questo Maestro carismatico nella crescita chirurgica, nello studio, nella ricerca e nella didattica tanto che ne portò alcuni in Cattedra, altri a Primariato ospedaliero ed alcuni più giovani furono avviati alla carriera universitaria. Le sue lezioni erano sempre molto seguite ed attrasse molti giovani studenti che divennero dapprima interni e poi Allievi creando così una Scuola Chirurgica alla quale molti si fregiano di appartenere.
A coronamento di una carriera brillante ed a chiusura del cerchio, come soleva dire, il 1° novembre 1998 viene chiamato a dirigere la V Clinica Chirurgica Generale e Toracica - Dipartimento Francesco Durante - dell’Università “La Sapienza” di Roma, divenendone Professore Emerito il 1 novembre 2002.
Durante la sua vita lavorativa è stato autore di circa 400 pubblicazioni scientifiche, delle quali 35 testi monografici e relazioni in sede nazionale.
Nel 1982 si laurea in Lettere discutendo una tesi sulla Antropologia Culturale, a dimostrazione della molteplicità dei suoi interessi che non erano confinati solo alla chirurgia.
Proprio per la sua intensa attività di africanista è stato Consigliere dell’Istituto Italo-africano dal 1983 e dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente dal 1996 ed è autore di 80 pubblicazioni tra cui testi monografici riguardanti l’Antropologia delle popolazioni nomadi, la Chirurgia nei paesi in via di sviluppo, la preistoria nel Sahara.
Uomo imponente dall'innato portamento elegante, pur incutendo rispetto e riverenza, era affascinante e brillante in ogni occasione. Estremamente colto, aveva una ferrea volontà ed era severo prima di tutto con sé stesso. Tra gli insegnamenti lasciati a noi Allievi sicuramente il rispetto per le Istituzioni e per gli altri, l’entusiasmo e l’attaccamento al lavoro e la centralità del malato. Ripeteva che la vita bisogna conquistarsela e per fare ciò bisogna lottare ed essere protagonisti perseguendo i propri obiettivi, anche i più ambiziosi, senza assumere atteggiamenti rinunciatari o da spettatori. Aveva la grande capacità di saper valutare i propri allievi ognuno per le proprie attitudini e capacità, ma senza mai fare distinzione di ceto o di sesso. Illuminato, curioso, innovatore con grandi capacità didattiche e di ricercatore, aveva doti umane straordinarie con grande disponibilità nei confronti di tutti, a seconda del problema. Per i suoi Allievi è stato non solo un Maestro di Chirurgia, ma un Maestro di Vita da emulare per il suo rigore, la sua instancabilità e l’attaccamento al lavoro ed alla Chirurgia, la sua grande cultura e la sua umanità che ne amplificavano ulteriormente il fascino innato. Proprio per questo suo modo di essere per tutti i suoi Allievi fu una figura, oltre che di Maestro, di Padre.
La frase che meglio permette di comprendere l’uomo, il chirurgo, il letterato, l’africanista è un frammento delle “Memorie di Adriano” tratte da un Suo lavoro “Una breve illusione: così imparai a comprendere che ciascuno determina sé stesso, e muore secondo le proprie leggi”.