Anno Accademico 2018-2019
Vol. 63, n° 1, Gennaio - Marzo 2019
Simposio: Trapianto fecale: come, quando e perché
15 gennaio 2019
Istituto di Medicina Interna e Gastroenterologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
Simposio: Trapianto fecale: come, quando e perché
15 gennaio 2019
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L’encefalopatia epatica (HE) è forse la complicanza più invalidante dell’epatopatia cronica avanzata, tuttavia può essere completamente reversibile in risposta al trattamento medico senza lasciare alcun esito funzionale, elettrofisiologico e morfologico evidente all’esame anatomopatologico.
I disaccaridi non assorbibili (lattulosio e lattitolo) e la rifaximina sono i farmaci più frequentemente utilizzati ed indicati dalle linee guida internazionali per trattare e prevenire l’HE1.
Tuttavia, episodi ricorrenti di HE sono frequenti, anche durante il trattamento profilattico. In un recente studio che aveva l’obiettivo di valutare le manifestazioni cliniche dell’HE e il suo impatto sociale, nei 72 pazienti arruolati sono stati riportati 122 episodi di HE, 1-3 per paziente, anche durante profilassi farmacologica2.
Nel caso di HE ricorrente nonostante la profilassi o resistente alla terapia farmacologica, il trapianto di fegato è l’unica opzione terapeutica suggerita dalle Linee Guida1. Tuttavia, a causa della carenza di organi disponibili, e vista la possibilità che questo disturbo gravemente invalidante insorga anche in pazienti che hanno una priorità inferiore rispetto ad altri nella lista d'attesa, il trapianto è spesso ritardato con gravi conseguenze personali, sociali e di costo per il Sistema Sanitario Nazionale.
In sintesi, la profilassi dell'HE ricorrente nei pazienti con malattia epatica cronica avanzata può essere ancora considerato un "unmet need" vista la solo parziale efficacia dei farmaci attualmente utilizzati.
Recentemente, è stata riportata la prima esperienza sulla gestione dell’HE in un paziente che non era più possibile trattare con lo “standard of care” lattulosio/rifaximina per problemi di rimborsabilità3. Gli Autori hanno sottoposto il paziente ad un FMT “off-label”, con brillante successo vista la risoluzione della HE. Il FMT è una procedura già indicata per il trattamento dell’infezione da Clostridium difficile ricorrente o recidivante o non responsiva alla terapia standard4 ed è stata studiata con risultati promettenti come approccio terapeutico per altre malattie del tratto gastrointestinale. La procedura è poco costosa e sicura, se non per i rischi relativi all’esecuzione della colonscopia. Sebbene il meccanismo esatto di azione del trapianto fecale sia ancora poco chiaro, è plausibile che la ricostituzione della funzione del microbiota intestinale sia di primaria importanza.
Considerando la profonda alterazione del microbiota intestinale nel paziente con cirrosi epatica5 e il suo coinvolgimento nella patogenesi dell’HE6, ripristinare una flora microbica fisiologica appare uno strumento promettente da impiegare nel trattamento dell’HE.
BIBLIOGRAFIA