Anno Accademico 2021-2022
Vol. 66, n° 1, Gennaio - Marzo 2022
Simposio: Ossigeno-Ozono Terapia: campi d’applicazione
11 gennaio 2022
Simposio: Ossigeno-Ozono Terapia: campi d’applicazione
11 gennaio 2022
Versione PDF dell'articolo: Download
Fig.1. Diffusione del Sars-CoV2 al 01/01/2021. |
Epidemiologia
I dati disponibili ad oggi della diffusione della Infezione da SARS-Cov2 dimostrano che la Pandemia ha praticamente varcato tutte le soglie di tutti i Continenti come dimostrano i dati ufficiali trasmessi dall’OMS1 (Fig.1).
Eziologia
L’agente eziologico è il Virus SARS-Cov2, appartenente alla Famiglia dei Coronavirus, Virus ad RNA a singolo filamento ed appartenenti alla stessa famiglia dei Virus del raffreddore comune e dei Virus Sars1 e Mers (Fig. 2 e 3).
Fig. 2. Caratteri del SARS-Cov2. | Fig. 3. Struttura del SARS-Cov2. |
Patogenesi
Il Virus, penetrato nell’organismo per via aerogena (ma non si escludono altre vie, diretta, mediata da fomites) si moltiplica nel rinofaringe e, dopo un periodo variabile da 5-7 gg.2-5 per la variante Omicron invade moltiplicandosi, si lega con le proprie protuberanze superficiali ai recettori ACE, che sono rappresentati in tutti i vasi e tessuti, danneggiando le cellule con danno diretto, danno vasomediato, e tempesta citochinica.
Quindi:
- Sindrome antifosfolipidi-Like3;
- ubiquitaria trombosi venosa e arteriosa con aumento del D-Dimero, danno vascolare a carico di tutti gli organi e tessuti, colpiti da un duplice danno: vasculite sistemica, effetto citopatico virale.
- ipossia poliorgano stante la presenza di recettori ACE2 oltre che a livello polmonare anche a livello di miocardio, reni, fegato, encefalo, intestino, SNC.
In particolare a livello del parenchima polmonare (Fig. 4 e 5) si sviluppano danni spesso irreversibili anche se, come già accennato, praticamente nessun organo viene risparmiato, presentandosi quindi, la malattia, con molteplici e diverse patomorfosi4-8.
Fig. 4. Patogenesi del danno polmonare da Covid-19. | Fig. 5. Reperti autoptici: danni polmonari. |
Clinica
Come esposto, (Fig. 6) i sintomi e segni relativi alla variante Delta sono ubiquitari e, soli e/o associati, possono dare luogo a quadri sindromici talvolta di difficile interpretazione diagnostica. È necessario, tuttavia, alla luce della rapidissima diffusione della variante Omicron, dare conto di alcune sostanziali differenze (Fig. 7).
Fig. 6. Sintomi e segni (Var. Delta). | Fig. 7. Sintomi e segni (Var. Omicron). |
Diagnosi Virologica
La diagnosi Virologica si basa essenzialmente sul tampone molecolare: real-time Rt-Pcr (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction); svela tratti del genoma virale (non solo S, ma anche N ed E) ha una sensibilità di circa il 98% ed una specificità di circa il 97%. Ha un tempo di tempo di esecuzione di 2-6 h, risulta inoltre affidabile anche sulla variante Omicron.
Il tampone Antigenico, che ricerca le Proteine di Superficie del Virus, di I, II e III generazione COI. ha una sensibilita (50%). Rd una altrettanto bassa Sensibilita (<50%). Sulla variante Omicron dimostrano una Specificità e Sensibilità inferiori al 30/40%.
Una citazione a parte meritano i tests Sierologici che scomparendo rapidamente, indicano, allo stato dell’Arte, solamente infezione pregressa; purtroppo nulla ci dicono sulla durata effettiva della immunità nel tempo, né sulla efficacia protettiva rispetto alla infezione9, 10.
Diagnostica per Immagini
La diagnosi di interessamento polmonare mediante diagnostica per immagini vede un utile impiego della semplice Ecografia, seguita da TAC, piuttosto che non la classica Radiografia del Torace Standard.
In moltissimi casi, infatti un quadro Radiologico Standard, può non mostrare altro che un rinforzo della trama interstiziale, pur in presenza di un quadro clinico di severa insufficienza respiratoria, che trova poi immediato riscontro nei reperti TAC ed Ecografico (Fig. 8 e 9).
Fig. 8. Quadro Rx versus Tac. | Fig. 9. Quadro Rx versus Tac. |
Invece i risultati dell’ecografia polmonare nel COVID-19 sembrano correlarsi molto bene con i risultati della TC del torace. Con l’aumentare infatti della gravità della malattia, è stata osservata la seguente evoluzione:
a) fase pre-sintomatica: poche aree di iperdensità a vetro smerigliato alla TC, prevalentemente nei campi inferiori e posteriori, correlata alle linee B dell’eco alternate ad aree con normali linee A (“patchy”). Diaframmi ipomobili già dai primi giorni;
b) prima settimana dai sintomi: opacità a vetro smerigliato bilaterali più confluenti sulla TC, correlate alle linee B coalescenti che formano “chiazze di bianco” (“segno a cascata”), e linea pleurica rugosa;
c) seconda settimana: piccoli consolidamenti periferici subpleurici bilaterali alla TC e agli ultrasuoni, con evoluzione in “dry lung” e linee B dense e fisse rispetto allo sliding pleurico;
d) nella forma più severa aumenta progressivamente il volume del polmone consolidato, con assenza di colore al color-Doppler dei consolidamenti, e possibile evoluzione verso ARDS (Fig.10).
|
Malattia da Covid Sars 2 19 e Razionale dell’Uso della Terapia con Ossigeno-Ozono
I meccanismi Fisiopatologici della malattia sono pricipalmente:
- Ipossiemia diffusa: l’ozono migliora il metabolismo dell’ossigeno aumentando l’ossigenazione cellulare, con attivazione del 2,3-DPG che, legandosi alla catena β dell’emoglobina (Hb), provoca uno spostamento a destra della curva di dissociazione dell’Hb.
- Circolazione macro e micro: Vi è un significativo miglioramento del flusso sanguigno e dell’ossigenazione dei tessuti ischemici grazie al trattamento con ozono. Ciò è anche dovuto all’ossido nitrico (NO), agli S-nitrosotioli che cooperano con il monossido di carbonio (CO) e alla prostaciclina rilasciata, alla aumentata deformabilità dei globuli rossi con miglioramento della ischemia-ipossia e protezione degli endoteli.
Il COVID-19 induce la formazione di microtrombi a causa dell’aumentata viscosità e dell’aggregazione eritrocitaria, tra gli altri fattori. L’ozono ha un effetto antipiastrinico, aumenta alcune prostacicline (come la PGI2) portando alla vasodilatazione, oltre a modulare l’antitrombina III.
Immunostimolazione-modulazione
L’ozono è in grado di indurre il rilascio e la modulazione di interferoni e relative citochine. Inoltre, stimola i sistemi di difesa antiossidante, contrastando lo stato di iperinfiammazione, tempesta di citochine e stress ossidativo, subito dai pazienti con COVID-1911, 12.
Lo studio SIOOT per il trattamento della SARS-Cov2
Si è studiato l’effetto terapeutico di 4 cicli di ossigeno-ozono terapia per via sistemica (GAE) in 100 soggetti COVID-19 ricoverati in Terapia Intensiva affetti da sindrome da insufficienza respiratoria acuta (ARDS), di età superiore a 60 anni, tutti di sesso maschile e sottoposti a ventilazione meccanica non invasiva in terapia intensiva nel periodo dal 1 Marzo al 15 Aprile 2020.
Temperatura corporea | |
F.C. | Glicemia |
AST, ALT | PCR |
Creatininemia | LDH |
Na, K, Ca | D-DIMERO |
Linfociti | SAT O2 |
I pazienti sono stati trattati nelle seguenti Strutture:
I risultati dello Studio sono riportati in Fig. 1113.
Fig. 11. Risultati del trattamento di 100 Pazienti con O2-O3 Terapia (Protocollo SIOOT). |
La Sindrome Post-COVID (PACS)
I fattori etiopatogenetici coinvolti nella Sindrome Post-COVID sono rappresentati da:
- Ipossia sistemica protratta di organi e parenchimi secondaria al danno polmonare;
- Tromboembolie sistemiche con quadro micro e macrotrombotico diffuso innescato dal Virus;
- Sindrome da Attivazione Mastocitica;
- Tempesta Citochinica.
Si assiste ad un danno d’organo, ipossico e vasomediato, endotelite, effetto diretto citopatico del Virus su organi ed apparati a carico di polmone, rene, cuore, fegato, pancreas, encefalo e SNC e periferico, apparato digerente e vie biliari, muscolatura liscia e striata.
Quadro Clinico della PACS
Un recente Studio pubblicato dalla International Evidence on Long COVID14 condotto su 110 pazienti, già ospedalizzati per COVID-19, ha dimostrato che 1l 74% di essi, dopo 3 mesi dalla dimissione, presentava almeno uno dei seguenti sintomi e/o segni:
- Stanchezza cronica 39%
- Difficoltà respiratorie 39%
- Insonnia 24 %
- Mialgie 23%
- Dolore Toracico13%
- Tosse: 12 %
- Anosmia 12%
- Cefalea, febbre, artralgie, diarrea: <10% per ciascuno.
Protocollo SIOOT per il trattamento della PACS
I risultati sono riassunti nella Fig. 1215.
Fig. 12. Risultati preliminari su 100 Pazienti con PASC trattati con O2-O3 terapia Prot. SIOOT. |
BIBLIOGRAFIA