Anno Accademico 2021-2022
Vol. 66, n° 4, Ottobre - Dicembre 2022
Conferenza: La strana storia della Madonna del Canonico Van der Paele di Van Eyck
14 giugno 2022
Responsabile Naz. ADOI Gruppo di studio Ulcere e Dermatologia vascolare, Coordinatore Dermatologia LILT, Roma
Conferenza: La strana storia della Madonna del Canonico Van der Paele di Van Eyck
14 giugno 2022
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Un dermatologo può essere protagonista del restauro di un’opera d’arte? A quanto pare, sì!
Il restauro di un quadro è sempre momento molto delicato che deve essere eseguito da professionisti capaci e attenti. Ma ancor di più, se si tratta di capolavori della pittura che hanno segnato la storia e la cultura degli esseri umani. Prova ne è l’esperienza di 14 anni di lavoro eseguiti da un grande restauratore moderno, Gianluigi Colalucci, nella Cappella Sistina rinata a nuovo splendore con la sua splendida e faticosa opera di restauro1.
Ma, in un passato abbastanza recente, ci ha molto colpito una storia di un restauro “maldestro”, effettuato su una delle tele più famose di Jean van Eyck, tra i vertici della pittura fiamminga, conservata nel Museo Groninge di Bruges (Belgio): “La Madonna del Canonico Van der Paele” (1436) (Fig. 1).
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Si tratta di una delle prime Sacre Conversazioni, con tanti elementi simbolici, sorta di colloquio tra la Madonna, alcuni Santi e il committente/donatore dell’opera. Fu richiesta, infatti, al già famoso Van Eyck dal Canonico Van der Paele intorno al 1431, quando problemi di salute, avevano costretto quest’ultimo a lasciare alcuni suoi incarichi e indotto a promettere la donazione della tela alla chiesa di Bruges, a fronte di messe a suffragio della sua anima dopo la morte. La sua patologia sarebbe stata diagnosticata in epoca moderna come possibile polimialgia reumatica e arterite temporale.
Un estremo realismo, reso attraverso le fini velature della pittura a olio che hanno consentito all’artista di raffigurare i più sottili dettagli dell'epidermide, disegna il ritratto del canonico, rappresentato con gli occhiali e il libro da erudito. Non indossa più gli occhiali perché ha interrotto la lettura e si rivolge all’apparizione della Madonna.
Van Eyck non esita a mostrare gli effetti fisici della malattia del Canonico tra cui pelle del volto con numerose cheratosi senili e una evidente formazione del labbro inferiore, vista debole, arterie temporali indurite e rigonfie (Fig. 2, 3).
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Tuttavia, il fatto d’interesse dermatologico è quello che riguarda il restauro dell’opera realizzato nel 1934 che fece scomparire per incanto una chiara neoformazione cutanea presente sulla zona laterale sinistra del labbro inferiore del prelato e che, dopo qualche anno, suscitò uno scandalo internazionale (Fig. 3). Dopo aver scritto alcune note critiche al riguardo a partire dal 1951, Cesare Brandi, grande figura italiana del settore, allora Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro a Roma, ne riassunse la storia nel 1960. Il piccolo libro di Brandi dal titolo “Spazio italiano, ambiente fiammingo”, è stato ripubblicato nel 2020 a cura della “Nave di Teseo” e ci ha molto stimolato a ricordare di nuovo agli amici dermatologi questo episodio2. Fu proprio un dermatologo ad accorgersi della mancanza anatomica dopo il restauro rispetto all’opera originale. Si chiamava Jules Desneux (1885-1962), dermatologo e critico d’arte3. Il restauratore, infatti, aveva incautamente, per motivi tecnici o volontariamente per ragioni estetiche, rimosso la neoformazione del labbro dal volto già affaticato del canonico. È possibile osservare la lesione descritta, nella versione originale dell’opera, prima del restauro del 1934, come mostrata nella foto in bianco e nero realizzata dal critico d’arte Fierens Gevaert (1870, Brussell - 1926, Liegi) nei primi anni del ‘900 (Fig. 2). Il dermatologo che aveva osservato e segnalato l’alterazione parla di “cheratoma senile”. L’idea che quella formazione potesse essere un epitelioma spinocellulare a noi sembra più verosimile. Anche per la similitudine formale con tante osservazioni cliniche che tutti abbiamo fatto nel corso degli anni (Fig. 4).
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Di conseguenza è quasi naturale ricordare una gloria della nostra letteratura, Luigi Pirandello, autore della novella L’uomo dal fiore in bocca4. È il dialogo notturno tra un condannato a morte perché portatore di un epitelioma del labbro (il fiore in bocca) e un avventore che ha perduto il treno. Ci fa riflettere sul significato della vita e, forse, anche sull’importanza della diagnosi precoce. Con tutto il rispetto dei grandi pittori fiamminghi e dei restauratori…
Le principali patologie dermatologiche delle labbra5
1. Neoplasie
Sono soprattutto neoplasie epiteliali: carcinomi basocellulari e spinocellulari.
Questi ultimi sono spesso preceduti da lesioni precancerose, più frequenti al labbro inferiore più esposto alla luce solare, denominate cheilite attinica. La biopsia e il relativo esame istologico è utile per escludere la progressione verso carcinomi maligni. I carcinomi delle labbra richiedono una precoce terapia chirurgica ablativa.
2. Lichen planus
Il lichen planus è malattia infiammatoria a carattere cronico-recidivante, che ha nel cavo orale e, talvolta, nelle labbra una delle sedi preferenziali. Si manifesta con piccole lesioni maculo-papulose di colorito biancastro, tendenti a costituire aree lesionali retiformi. Le lesioni delle labbra sono molto simili a quelle sopra descritte. L’esame istologico è fondamentale per la diagnosi.
3. Dermatiti allergiche
Son molto frequenti. La presenza di micro-vescicole ed il prurito sono gli aspetti clinici che le caratterizzano. Interessano sia il labbro superiore che quello inferiore.
4. Infezioni virali, batteriche e fungine
L’herpes simplex è frequente a livello labiale. Si manifesta con lesioni vescicolari tipicamente raggruppate, che evolvono rapidamente in croste mieliceriche o, talvolta, ematiche. Dura dai 7 ai 10 giorni. Lascia esiti di tipo atrofico e, a volte, iperpigmentazioni localizzate. Ha spesso carattere cronico-recidivante con importanti disagi sociali e nella vita di relazione.
Tra le infezioni batteriche prevale l’impetigine contagiosa. È infezione batterica più spesso causata da Stafilococchi... Colpisce più spesso il labbro superiore per la vicinanza con le narici e la facilità alla contaminazione dei secreti nasali.
Le infezioni fungine, denominate sicosi, sono attualmente meno frequenti, ma l’attenzione deve essere sempre alta verso questi aspetti clinici difficili da diagnosticare e curare correttamente, se non si esegue un esame micologico diretto o colturale.
5. Malattie vescico-bollose
La pseudomucosa delle labbra è anche sede preferenziale di alcune dermatosi bollose di difficile inquadramento, se non si eseguono gli esami specifici anticorpali ed istologici: il pemfigo volgare e il pemfigoide bolloso.
Entrambe queste malattie, ma con maggiore frequenza, il pemfigo, possono presentarsi con lesioni bollose delle labbra. Tali lesioni assumono andamento cronico-recidivante nel pemfigo, malattia spesso severa che richiede prolungati periodi di terapia sistemica con immunosoppressori tradizionali o i nuovi farmaci biologici.
BIBLIOGRAFIA