Anno Accademico 2023-2024

Vol. 68, n° 3, Luglio - Settembre 2024

Settimana per la Cultura

09 aprile 2024

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De structura motuque cordis. Il manoscritto lancisiano 304

P. Ricca

“Bramo inoltre che il Bibliotecario vada eccitando congressi, e particolarmente le Accademie pubbliche di Anatomia, di Medicina e di Chirurgia, facendole fare almeno due volte al mese dai Medici Assistenti, dai Chirurgi Sostituti, e dai Giovani più abilia.

Gli studi di Giovanni Maria Lancisi sul funzionamento del cuore, ai quali lavorò negli ultimi mesi della sua vita, vennero pubblicati dopo la sua morte, per la prima volta nel 1728, con il titolo di De motu cordis et aneurysmatibus opus posthumum in duas partes divisum ..”b.

Il trattato scientifico affronta i meccanismi fisiologici e patologici dei moti cardiaci e degli aneurismi, in particolare dell'aorta. Alla prima edizione del 1728, seguirono le edizioni del 1738 e quella del 1745. Le pubblicazioni menzionate sono annoverate nei fondi della Biblioteca Lancisianac, tra queste è presente il codice lancisiano a stampa IX.1.23, edito nel 1728.

Si tratta di un esemplare in folio (347 x 230 mm), il cui frontespizio riporta, in alto, il titolo “Joannis Mariae Lancisii. A Secretiori Cubiculo, Et Archiatri Pontifici “De motu cordis et aneurysmatibus opus posthumum in duas partes divisum. Sanctissimo patri Clementi XI.. Felicis recordationis dicatum”, stampato in rosso e nero, al centro la vignetta calcografica di C. Gregory, con la dicitura "Novissimus exit", in basso i riferimenti tipografici e la data: Romae: apud Joannem Mariam Salvioni in Archigymnasio Sapientiae, MDCCXXVIII (Fig. 1).

Il codice lancisiano a stampa proveniente dalla Biblioteca dell’Ospedale San Giacomod, come testimoniato dai timbri presenti sul frontespizio, presenta una bellissima antiporta incisa da Jakob Frey secondo Sebastian Conca. L’incisione che raffigura Giovanni Maria Lancisi, assiso, intento a scrivere con penna d’oca: “De corde aneur…”, presenta la sottoscrizione: Sebastian. Conca pinx. Iac: Freij sc: Romae 1718 (Fig. 2).

Nel codice sono presenti tavole anatomiche eseguite con la tecnica calcografica dell’acquaforte, da Niccolò Ricciolini, Nicola Oddi e Federico Mastrozzi (Fig. 3). Le incisioni riportano le date 1708 e 1718 quindi con ogni probabilità sono state commissionate agli artisti, direttamente dal Lancisi.

Le tre edizioni a stampa tramandano, in forma rielaborata, i testimoni manoscritti del codice lancisiano n. 304, (Fig. 4) custodito nella Biblioteca Lancisianae della ASL Roma 1.

Il codice lancisiano manoscritto n. 304, “De structura motuque cordis” (Fig. 5) è annoverato tra i testimoni manoscritti lancisiani appartenenti al “Fondo Lancisi”. Il manoscritto, a volte autografo, conserva gli studi sul moto del cuore, svolti da Giovanni Maria Lancisi, tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII, poco prima della sua morte. All’interno del manoscritto alcune carte riportano le seguenti date:

  1. c.773r. Atto di morte firmato dal Lancisi, 1695 (Fig. 6).
  2. cc. 477r e 473r. Stesura del capitolo sul pericardio, agosto 1702 e luglio 1707.
  3. cc. 758r e 748r. Casi di aneurisma, 23 settembre 1712 e 18 febbraio 1719.

 

   

      Fig. 1. Frontespizio XI.1.23.

          Fig. 2. Antiporta XI. 1. 23.

 

   

      Fig. 3. Mastrozzi XI. 1. 23.

       Fig. 4. Coperta Ms 304.

 

   

        Fig. 5. -Ms 304.

              Fig. 6. -Ms 304.

 

L’iscrizione di date su alcune carte fornisce elementi utili per stabilire la datazione dell’opera in un arco temporale che va dal 1695 al 1719.

Dagli inventari presenti nella Biblioteca Lancisiana, è possibile desumere la data di rilegatura del manufatto, sebbene la testimonianza contenuta nel manoscritto possa ritenersi precedente alla data di pubblicazione dell'edizione a stampa del 1728.

Il codice manoscritto molto probabilmente fu assemblato in un periodo successivo, in un arco di tempo compreso tra l'ultimo quarto del XVIII secolo e il 1837. Esso contiene redazioni diverse delle principali sezioni dell'opera postuma di Giovanni Maria Lancisi "De motu cordis et aneurysmatibus". Oltre a varie stesure del lavoro, nel volume è stata raccolta anche diversa documentazione utilizzata dal Lancisi probabilmente come sostegno e supporto alla compilazione dell'opera e costituita da allegati, certificazioni, pareri, relazioni, referti di autopsie, note, appunti, disegni, tutti concernenti l'argomento trattato. Numerosi sono gli interventi e le sezioni autografe dell'autore.

Nell'Indice Potenziani del 1770, a pagina 1087, il codice risulta essere inventariato con n. LVIII, e compare come un'opera identificata con il titolo “Originale de Structura, Motuque Cordis, et Aneurismatibus” elencata all'interno della sezione "Operette volanti". A pagina 2 dell'Index del 1837 al n. IX il codice è indicato come un “in-folio” insieme ad altri manoscritti del Lancisi.

La consistenza di carte 773 e la datazione al XVIII secolo sono specificate negli inventari più recenti: quello del Canezza a carta 13r, e nell’inventario del De Angelis, alle pagine 83 e 161. Il codice, inoltre, risulta tra quelli descritti all'interno di una raccolta di schede manoscritte anonime e non numerate, presenti in biblioteca, databili ai primi decenni del ‘900. All’interno del manoscritto è presente l’elenco di alcuni titoli. Il codex, collocato cronologicamente a cavallo tra il XVII e XVIII secolo, è corredato da una nota che reca un avviso riguardo al fatto che lo stesso è costituito da due esemplari originali. Verosimilmente appare che le carte 395r-772v siano corrispondenti alla prima vera bozza, in parte autografa, del Lancisi.

Scheda codicologica
Segnatura attuale: manoscritto 304.
Antiche segnature: LXXVII.2 (sul contropiatto anteriore).
Dimensioni: mm 260 x 193 (c. 45), mm 275 x 203 (c. 184), mm 270 x 200 (c. 600).
Legatura: si può collocare all'interno dell'arco cronologico 1770-1837. Lungo il dorso, partendo dal basso, sono presenti tre cartellini cartacei: il primo della Biblioteca Lancisiana su cui è leggibile la collocazione LXXVII.2.10, il secondo con il numero d'ordine 304, il terzo riportante il titolo aggiunto: Structura, Motuque Cordis, et Aneurismatibus.
Materia delle assi o dei quadranti: cartone.
Materia della coperta: carta.
Decorazione della coperta: decorazioni geometriche e floreali di colore rosso e verde.
Filigrane: La filigrana è posta sempre al centro della carta; si rilevano le seguenti tipologie:

  1. volatile su trimonte, inscritti in un cerchio sormontato dalla lettera F, mm 60,3 x 40,5 (c. 19) o dalla lettera R (c. 335, mm 60 x 42);
  2. volatile su trimonte affiancati dal monogramma EG, inscritti in un cerchio sormontato dalla lettera F (c. 367, mm 63 x 40);
  3. ancora bipartita, centrata dalla lettera S e inscritta in un cerchio, sormontato da una stella a sei punte e seguito in basso dalla lettera L (c. 179, mm 80 x 42);
  4. ancora bipartita inscritta in un cerchio, sormontato da una stella a sei punte e seguito in basso dalla lettera F (c. 475, mm 80 x 43);
  5. stella a sei punte bipartita, centrata da un circolo e dalla lettera S, inscritte in un cerchio sormontato da una croce e seguito in basso dalla lettera F (c. 663, mm 80 x 42).

Cartulazione: bianche le carte: 18-19, 175-183, 300, 312, 316, 335-336, 342-344, 360, 374, 390, 394, 434-435, 502-503, 659, 662-663, 675-677, 680-681, 688, 692, 694-697, 705, 732, 735-736, 751, 759, 774.
La cartulazione 1-774 è presente sull’angolo posteriore, probabilmente postuma, e comprende la carta di guardia iniziale, alcuni fogli sciolti, all'interno del manoscritto sono presenti (pp. 281-282, 286, 296, 384-385, 669-670, 683, 698) e un fascicolo (pp. 760-767), anch'esso sciolto. Alcuni fascicoli presentano anche una cartulazione coeva e, ancora alcune serie di numerazioni per fascicolo, verosimilmente coeve, apposte nell'angolo superiore sinistro della prima carta recto, come segue: 1-16 (cc. 2-172), 2-45 (cc. 184- 361), 1-9 (cc. 395-432), 1-4 (cc. 436-459), 1 (c. 465), 1-2 (cc. 473-477), 1-3 (cc. 481-495), 2 (c. 504), 1-11 (cc. 507-569). Queste serie di numerazioni per fascicolo corrispondono a grandi e significative ripartizioni del testo dato alle stampe.
Decorazione: il manoscritto, alle carte 376v, 383r (solidali) e 381v, 382 r (solidali) tramanda quattro disegni raffiguranti il cuore e l’aorta con aneurismaf (Figg. 7-10).
A corredo degli stessi è presente una legenda con la didascalia: Aneurisma trovata nel cadavere del Can.co Giuseppe Acquaroli di Veroli in età di anni 40 nell'1714 (Fig. 7).
Alla carta 755r sono invece presenti due disegni eseguiti a penna raffiguranti due sezioni di arteria (Fig. 11).

 

                                             Fig. 7. Didascalia Ms 304.

 

Fig. 8. Aneurisma Ms 304.

   Fig. 9. Cuore Ms 304.

Fig. 10. Cuore Ms 304.

 

   Fig. 11. Arterie Ms. 304.


Dott.ssa Patrizia Ricca, Responsabile della Conservazione Documentale, Referente Biblioteca Lancisiana e Servizio Archivistico Asl Roma 1.

Per la corrispondenza: patrizia.ricca@aslroma1.it

 

a. Cfr. G.M. LANCISI. “Lettere al Morgagni”.
b. Una curiosità riconducibile all’argomento riguarda San Filippo Neri al quale, in sede di dissezione del suo cadavere, fu trovata l’arteria polmonare ingrandita di tre volte e più dura. Il Lancisi fu il primo a ipotizzare che San Filippo Neri fosse affetto da aneurisma dell’aorta. Infatti ne fa menzione nella sua opera. Successivamente il cardinal Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, nel suo trattato sulle canonizzazioni, sostenne e accettò la tesi del Lancisi e di altri medici. Tra le collezioni del Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, presso l’ospedale S. Spirito in Sassia, sono annoverati alcuni esemplari di aneurismi aortici di diverse tipologie, riconducibili agli studi del Lancisi, sulla fisiopatologia del cuore e degli aneurismi.
c. Si tratta di quattro edizioni datate 1728 (coll. LVII.1.14 - LVII.1.15 - XIII.6.6 - IX.1.23) una del 1738 (coll. LVII.2.25) e una datata 1745 (coll. XIII.6.3).
d. Angelucci, deputato del San Giacomo, nella seduta della Commissione degli Ospedali, del 23 maggio 1891 propone e ottiene di donare all’Ospedale di S. Spirito in Sassia, i libri della vecchia biblioteca del San Giacomo per far posto all’antico archivio. Carlo Dotto de’ Dauli (1886-1898) bibliotecario della Lancisiana, ebbe cura di annotare e siglare nell’Indice Cioia i volumi sopraggiunti dagli Ospedali del SS. Sanctorum e del San Giacomo in Augusta. Cfr. ACS, M.P.I., Direzione Generale per l’Istruzione Superiore …, b. 170.
e. La Biblioteca Lancisiana, risiede nel rinascimentale Palazzo Commendatore, fondata nel 1711 da Giovanni Maria Lancisi, illustre medico e archiatra pontificio, e inaugurata il 21 maggio 1714. I suoi “armariae”, ideati dall’architetto Tommaso Mattei, arredano la sala di lettura che conserva due globi del XVII secolo di Vincenzo Maria Coronelli. La Biblioteca custodisce una collezione di circa 20.000 volumi, suddivisi in più fondi dei quali il Fondo Lancisi, il Fondo Severino, il fondo della Consolazione e il fondo Nuove Acquisizioni ne costituiscono i principali. Tra questi si annoverano circa 1600 cinquecentine, numerose edizioni del ‘600, del ‘700 e dell’800 e manoscritti risalenti ai secoli XIV-XIX. I locali della Biblioteca sono stati arricchiti dall’installazione Human Interface “Memorie di un bibliotecario”, una visita multimediale interattiva e multilingue con un personaggio olografico a grandezza naturale, Cristoforo Carsughi primo bibliotecario della Lancisiana. La Biblioteca Lancisiana, specializzata in Storia della Medicina e della Scienza, è iscritta all’albo degli Istituti Regionali per l’inserimento nell’Organizzazione Bibliotecaria Regionale (O.B.R.), partecipa al Censimento Nazionale dei Manoscritti e delle Cinquecentine promosso dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e del Turismo - Istituto Centrale per il Catalogo Unico e per le informazioni bibliografiche.
f. I disegni sono stati eseguiti da artista non meglio precisato, molto probabilmente della cerchia del Lancisi, eseguiti con le tecniche grafica della sanguigna ovvero utilizzando una matita di colore rosso-marrone. La sanguigna è così chiamata per il suo colore rosso. Questa caratteristica colorazione deriva dal pigmento che la compone, l’ematite, un minerale ferroso, addensato al legante che ne definisce la consistenza. La “matita” (da “ematite”) sanguigna, infatti può trovarsi sia secca che grassa.

 

BIBLIOGRAFIA

Bibliothecae Lancisianae index ant. ex Marchion. Ciojae praeceptoris etc., tom. I, anno MDCCCXXXVII.

Canezza A. Inventario dei manoscritti. 1926-1945.

De Angelis P. La Biblioteca Lancisiana. L'Accademia Lancisiana. In: Collana di studi storici sull'Ospedale di Santo Spirito in Saxia e sugli ospedali romani, n. 26. Roma, 1965.

Inventario a schede mobili, s.d.

Lancisi GM. De motu cordis et aneurysmatibus. Opus posthumum in duas partes divisum, Romae, apud Iohannem Mariam Salvioni, 1728.

Potenziani G. Indice delle scanzie, ossia inventario de' libri esistenti nella Biblioteca Lancisiana fatto per ordine di Monsignor illustrissimo e reverendissimo Giovanni Potenziani. 1770.