Anno Accademico 2023-2024
Vol. 68, n° 4, Ottobre - Dicembre 2024
ECM: Le arteriopatie del tratto femoro-popliteo: tradizione ed innovazione
21 maggio 2024
![Copertina Atti Quarto Trimestre 2024 per sito.jpg](http://www.attidellaaccademialancisiana.it//uploads/copertine_rivista/Copertina Atti Quarto Trimestre 2024 per sito.jpg)
ECM: Le arteriopatie del tratto femoro-popliteo: tradizione ed innovazione
21 maggio 2024
Versione PDF dell'articolo: Download
La chirurgia tradizionale del tripode femorale gioca un ruolo fondamentale nel trattamento e nella gestione delle patologie che coinvolgono l'arteria femorale comune (CFA), in particolare per quanto riguarda le patologie steno-ostruttive degli arti inferiori1 e le complicanze postoperatorie correlate, come pseudoaneurismi e infezioni legate all'accesso chirurgico, spesso derivanti da procedure endovascolari.
Le ultime linee guida della Società Italiana (2015) e della Società Europea di Chirurgia Vascolare (2024) non forniscono evidenze scientifiche chiare che giustifichino un trattamento endovascolare preferenziale rispetto alla chirurgia tradizionale2-5. Infatti, le procedure endovascolari, sebbene comportino un rischio procedurale notevolmente inferiore rispetto alla chirurgia aperta, mostrano una pervietà spesso inferiore a quella ottenuta con l'endoarteriectomia della CFA. Le nuove tecnologie, come l’aterectomia per la rimozione della placca, l'angioplastica con palloncino medicato e i nuovi design degli stent intrecciati, potrebbero migliorare gli outcomes a lungo termine, ma necessitano di ulteriori studi.
Inoltre, permane una certa incertezza sull’indicazione nel trattamento chirurgico basata sempre più sui rischi-benefici relativi all’intervento stesso6. Pertanto, è sempre più evidente la necessità di un'attenta selezione dei pazienti candidati a rivascolarizzazione, dove l'indicazione al trattamento chirurgico deve essere ponderata in relazione al grado di disabilità, ai risultati delle terapie non invasive, alle comorbidità concomitanti, ai rischi procedurali e alla pervietà prevista.
Nonostante l'evoluzione delle tecniche e dei dispositivi endovascolari, la chirurgia tradizionale rimane il trattamento "gold standard" per la stenosi della CFA. Tra le procedure chirurgiche più comuni si annoverano l'endoarteriectomia, con varie tecniche di ricostruzione (patch, eversione, patch + eversione), e il bypass arterioso. Le vie di accesso per questi interventi sono diverse (esterna classica, obliqua, via verticale interna, via anterolaterale-mediocrurale). Tuttavia, dati recenti hanno evidenziato una significativa incidenza di infezioni e pseudoaneurismi associati a questo tipo di accesso chirurgico7. Diventa quindi sempre più evidente l'importanza della scelta dei materiali, specialmente nel trattamento ricostruttivo, con preferenza per l'uso di materiali autologhi (come la vena) o materiali protesici con un basso rischio di reinfezione (come il pericardio bovino).
Sebbene le tecniche endovascolari rappresentino una valida e allettante alternativa con vantaggi legati al minor rischio procedurale, la chirurgia tradizionale dell'arteria femorale comune continua a mantenere una posizione centrale nel trattamento delle patologie steno-ostruttive. La selezione accurata dei pazienti e l'evoluzione delle tecnologie chirurgiche insieme alla continua ricerca e aggiornamento delle linee guida contribuiranno a ottimizzare i risultati, diventando essenziali per garantire il miglior approccio terapeutico personalizzato per ogni paziente.
Prof. Wassim Mansour, Dott.ssa Marta Ascione, Dott. Rocco Cangiano, Dott. Luca Di Marzo, UOC Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica, “Sapienza” Università di Roma
Per la corrispondenza: wassim.mansour@uniroma1.it
BIBLIOGRAFIA